Green pass, da domani controlli anche sui mezzi pubblici. Ma i sindacati temono nuove aggressioni

Da domani lunedì 6 dicembre il green pass diventerà obbligatorio anche sui mezzi di Atac e del Cotral. Secondo quanto disposto dal tavolo provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico e dal prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Così il trasporto locale si uniforma a quanto già avviene sulle tratte dell’alta velocità. Per prendere un traghetto, o per effettuare un viaggio aereo. Esigenze di sicurezza, certo. E necessità di contenere la pandemia. Sono questi i motivi principali della ‘stretta’ dei prossimi giorni. Ma il problema restano i controlli. Molto più difficili visto il sali e scendi continuo su bus, tram e metropolitane. Oltre alla polemica di fondo. Che se il TPL fosse stato rafforzato, con ulteriori mezzi in strada, forse non saremmo giunti a questo punto. Ma tant’è, e adesso le amministrazioni devono attrezzarsi. Secondo quanto disposto, le verifiche a bordo verranno effettuate dai controllori. Supportati da Vigili urbani, Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri. Che però dovrebbero agire soprattutto nei grandi capolinea. E all’uscita degli scali della metropolitana. Questo per non ‘militarizzare’ eccessivamente il trasporto pubblico. Ma i sindacati sono preoccupati, perché si temono aggressioni propio al personale viaggiante di Atac. Già nel mirino quando si controllano i biglietti, o il corretto uso della mascherina. Figuriamoci il green pass.

I sindacati si ribellano, così scaricate il controllo del green pass sui lavoratori

I lavoratori speravano di avere sempre, anche sui bus, il supporto delle forze dell’ordine. Così, però, non sarà e i sindacati temono aggressioni. “Già siamo costantemente nel mirino per i controlli dei biglietti, figurarsi con i Green Pass”, dice Daniele Fuligni della Cgil. Michele Frullo, referente del sindacato Usb Trasporti Roma e Lazio incalza. “Usb ribadisce che i controlli del Green Pass non possono essere effettuati dal personale aziendale ma dalla pubblica sicurezza”.

“Ormai è da inizio pandemia che Usb denuncia i problemi di sovraffollamento a bordo dei mezzi pubblici, ma nessuno gestisce le affluenze. E si continua a far accedere a più del 100% a bordo di bus e metro. – aggiunge in sindacalista -. Bisogna aumentare i bus in circolazione, bisogna controllore che ci siano mascherine adeguate per chi prende i mezzi pubblici viste le alte affluenze. Spero che questo ennesimo annuncio di controlli per tutelare la salute di tutti non cada nel vuoto come è già successo dall’inizio della pandemia”.

Sul caso è intervenuto anche Claudio Di Francesco, battagliero segretario della Faisa Siciel: “Siamo troppo pochi e rischiamo che le aggressioni aumentino. Ormai la politica ha preso il vizio di scaricare le responsabilità al popolo in questo caso ai lavoratori. Gli voglio ricordare che loro percepiscono stipendi faraonici per assumersi responsabilità”.