Green pass, il governo sceglie la linea dura: l’obbligo scatta tra poche ore. Che succederà?

green pass

Nessuno slittamento, nessun rinvio. Il governo sceglie la linea dura, con tutte e conseguenze del caso. Il Green pass obbligatorio sui luoghi di lavoro scatterà tra poche ore, come deciso dal governo. Lo confermano fonti di Palazzo Chigi, escludendo che, come chiesto dai portuali di Trieste, ci sia una proroga al 30 ottobre, per prendere del tempo e convenire su nuove soluzioni. Intanto il governo ragiona sulla possibilità di intervenire nuovamente sul prezzo dei tamponi. Sono due le strade percorribili: la prima passa da una riduzione dei prezzi, escludendo tuttavia la gratuità dei test “stana Covid”. L’altra invece prevede un credito d’imposta che consenta alle imprese che si fanno carico del costo dei tamponi di detrarne l’onere, assieme alle spese di sanificazione sostenute.

Green pass, i lavoratori portuali verso lo sciopero

Una decisione in tal senso dovrebbe essere assunta già nelle prossime ore. Il tema dei tamponi calmierati non è stato affrontato nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi col premier Mario Draghi. Lo riferiscono all’Adnkronos alcuni presenti alla riunione, ma è stato fatto solo il punto sul dl fiscale. Se il governo prorogasse al 30 ottobre il via all’obbligo del Green pass, “ci adegueremmo” e “non avrebbe senso domani bloccare il porto”. “Sarebbe una mossa intelligente per prendere un po’ di tempo e trovare poi una soluzione”. Lo ha detto Alessandro Volk, componente del direttivo del Coordinamento lavoratori portuali Trieste, alla vigilia dello sciopero in porto, spiegando che i portuali sono “determinati” ma “sempre disponibili a discutere con chiunque”.

Il prefetto ventila l’interruzione di pubblico servizio

Intanto il prefetto di Trieste Valerio Valenti nel corso della riunione con il Comitato per la sicurezza, tenutasi oggi, alla vigilia della prima giornata di sciopero proclamato dal Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste (Clpt), a quanto riporta il Piccolo ha sottolineato che “chi parteciperà al blocco del porto a oltranza indetto a partire da venerdì 15 ottobre dal Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste compie un reato, nella fattispecie il reato di interruzione di pubblico servizio”.