Green pass, la protesta dei farmacisti. Siamo presi d’assalto ma esistono anche altre emergenze

È esplosa la protesta dei farmacisti dopo la decisione del governo di rendere obbligatorio il green pass per una serie rilevante di attività dal prossimo 6 agosto. Nulla di politico, per carità. Ma semplicemente la constatazione che il nuovo carico di lavoro potrebbe rivelarsi incompatibile con la normale assistenza alle clientela. Persone malate, bisognose di cure. Talvolta anche dell’ossigeno. Perché se prima della novità voluta dall’esecutivo le richieste del ‘lasciapassare’ erano limitate a due o tre al giorno, adesso d’improvviso si arriva anche a 100 – 150. Sono soprattutto i giovani ad andare in farmacia, desiderosi di partire per le vacanze. Ma anche persone anziane, che non hanno l’app IO o non sono in grado di accedere alla piattaforma regionale tramite lo Spid. E non mancano i casi di malintesi e proteste. Come quando ci si presenta con la tessera sanitaria. Che per qualche motivo, non risulta aggiornata. Così la situazione qualche volta degenera, con la richiesta prosante da parte dei cittadini vaccinati o guariti dal covid di avere lo stesso il pass. Tutti problemi in gran parte irrisolti, che adesso rischiano di esplodere. E di ricadere sulle spalle degli incolpevoli farmacisti.
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Federfarma, con il green pass obbligatorio i farmacisti rischiano di trascurare gli altri pazienti

L’allarme per l’enorme carico di lavoro che si sta riversando sui farmacisti viene lanciato direttamente dal presidente di Federfarma Roma Andrea Cicconetti. “C’è un grosso problema – ha spiegato Cicconetti a Roma Today. Un conto è stampare 10 green pass al giorno e un conto è che ne stampi 100-120. Siamo arrivati a stampare green pass per intere famiglie”. Una situazione che secondo il presidente ha “un costo sia in termini economici” sia di “tempo che viene sottratto a persone che stanno male e sono in fila per prendere medicine o magari per l’ossigeno. La gratuità del green pass fa travisare il servizio e quindi ci vengono richieste anche 4 copie”. Inoltre non mancano i disguidi burocratici. Che però dovrebbero essere risolti a monte. Perché non è compito del farmacista mettere a posto il fascicolo sanitario dei cittadini.

Così il presidente di Federfarma Roma conclude amaro. “Se è mancata una comunicazione tra i vari uffici non possiamo essere noi responsabili e invece ce ne dobbiamo fare carico, bloccando un servizio farmaceutico per far capire che non siamo noi a dover risolvere il loro problema con il green pass”.

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