Grillini, è rottura tra Rousseau e i gruppi parlamentari: nel mirino i soldi e i due mandati

grillini in rivolta

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Prosegue il contrasto tra M5S e Associazione Rousseau per definire i futuri rapporti tra i pentastellati e la piattaforma web. Ieri il presidente di Rousseau, Davide Casaleggio, è stato avvistato a Roma nei pressi del Senato. Ieri la presentazione del manifesto “ControVento” – iniziativa contestata dai gruppi parlamentari di Camera e Senato – nel corso di un evento online che ha visto protagonista lo stesso Casaleggio assieme ad Enrica Sabatini, componente del board di Rousseau.

Casaleggio lancia il manifsto di Rousseau

“Rousseau non è uno strumento o un media da utilizzare per il voto ma rappresenta una architettura digitale della partecipazione. Un ecosistema vivo che conferisce il potere decisionale ai cittadini. Per questo abbiamo riflettuto su principi, valori e processi che rappresentano l’anima dell’ecosistema Rousseau e che alimentano il rapporto di fiducia tra eletti e cittadini”. Lo ha ribadito anche ieri sui social Casaleggio condividendo il manifesto, articolato in 11 punti, che nelle intenzioni dei suoi ideatori vuole essere “un codice etico di riferimento”.

Grillismo delle origini, mantenere i due mandati

Ma anche “un perimetro solido e ben definito di termini e condizioni di utilizzo dell’ecosistema Rousseau”. Nel documento Casaleggio blinda alcuni capisaldi del grillismo delle origini, come il limite dei due mandati, chiedendo valorizzazione del merito e “processi trasparenti” per le nomine e le candidature. Inoltre, si legge nel manifesto, “i territori devono avere spazio di autonomia nell’esprimere progetti e nello scegliere i portavoce attraverso una decentralizzazione dei percorsi decisionali”.

La questione dei rimborsi dei parlamentari

Rousseau chiede anche che “vengano onorati gli impegni presi di fronte alla comunità”. Ieri Casaleggio è tornato a sollevare l’annosa questione delle restituzioni dei parlamentari “non in regola”. E al centro della diatriba c’è proprio la questione dei mancati versamenti da parte degli eletti. Rousseau pretende circa 450mila euro di arretrati ma i gruppi di Camera e Senato fanno muro. “Con Rousseau è finita”, taglia corto un big. Un compromesso, però, rimarcano fonti pentastellate, “va trovato”.

Un contratto di servizio con Rousseau?

Si parla di una liquidazione per chiudere definitivamente i rapporti con il patron della piattaforma, mentre sullo sfondo resta sempre l’ipotesi di un contratto di servizio. “Più che parlare di consulenza di servizio o fornitore di servizio, per fare le cose insieme occorre immaginare un accordo di partnership. Se non ci sono progetti condivisi è difficile immaginare un percorso insieme. E’ necessario che i ruoli vengano ben definiti, riconosciuti e rispettati”, ha sottolineato Sabatini durante l’evento di ieri.

La patata bollente in mano ora a Conte

Il dossier Rousseau è nelle mani del leader in pectore Giuseppe Conte, che sta lavorando assieme a Beppe Grillo al progetto rifondativo del Movimento 5 Stelle guardando al 2050 (data che entrerà anche nel nuovo simbolo pentastellato). Entro la fine del mese l’ex premier – che nelle ultime ore avrebbe avuto dei colloqui riservati con esponenti del Movimento – scioglierà la riserva e presenterà al M5S la sua proposta di riorganizzazione.

Sul tavolo una governance nuova di zecca che vede lo stesso Conte al timone del Movimento con ampi margini di manovra. Probabilmente il futuro leader M5S sarà coadiuvato da una segreteria light, nella quale potrebbero entrare anche volti nuovi.