I Grillini hanno aperto la scatoletta e dentro ci hanno trovato Tonno Mastella

Tonno Mastella

Alla fine nella scatoletta i grillini hanno trovato Tonno Mastella. Certo, è ancora difficile capire se serviranno i responsabili tanto invocati in queste ore. Dimissioni o no dei membri governativi di Italia Viva, il soccorso antico è sempre pronto. E lo impersonifica il buon Clemente, di cui Beppe Grillo diceva peste e corna. Ora, non si sa mai, potrebbe servire proprio il Tonno Mastella, che si potrebbe materializzare, molto unto, aprendo la celebre scatoletta.

Ecco il Tonno Mastella

E’ un’altra faccia della medaglia pentastellata. Una truppa che è ormai sempre più messa a nudo, capace di resuscitare quella classe dirigente che hanno reputato fetida per anni ed ora ne hanno bisogno. Siamo alla legge del contrappasso.

Quanta pena per costoro. Anzi no, perché i Cinquestelle stanno sciupando ogni opportunità di crescita per la Nazione con le loro scelte scellerate di politica assistenziale.

E a pensarci bene, proprio l’assistenzialismo può essere il tratto unificante tra loro e Mastella, che fino a quale settimana fa non era proprio identificato come un esempio. “Sembriamo l’Udeur”, strillò Alessandro Di Battista e Vito Crimi e Luigi Di Maio nel corso degli Stati Generali.

Una politica penosa

Ma si sa, i grillini sono pronti e proni a dimenticare pur di restare al potere. È una politica penosa. Vergognosa.

“Ora esistono dei responsabili che maturano le condizioni per andare avanti rispetto alla sua irresponsabilità che vengono considerati traditori, ma il primo traditore è stato lui”. Chi parla è Mastella, il traditore è identificato con Renzi. I Cinquestelle stanno nel mezzo.

Ci voleva il governo Conte per far maramaldeggiare di nuovo il sindaco di Benevento, che azzecca i toni della predica: “Come si fa in questo momento con i morti e la gente chiusa in casa ad aprire una crisi? E’ una irresponsabilità incredibile. Se fossi stato in Parlamento gli avrei fatto vedere i sorci verdi, o viola visto che è un fiorentino”.

A lui si aggrappano Conte e Di Maio. La rivoluzione la riprendono un’altra volta. Nati piromani moriranno pompieri.