Gualtieri a Osaka (a spese dei romani) pubblicizza l’inceneritore, Celli a Roma lancia la… ‘campagna pro-Acea’

Il viaggio istituzionale dell’11 e 12 settembre del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in Giappone, all’Expo di Osaka 2025, sta per concludersi. Due giorni intensi che lasciano dietro di sé un conto salatissimo: 450mila euro a carico dei cittadini romani, come da noi rivelato di recente. Ma la missione a Osaka, oltre all’aspetto squisitamente economico, non è stata un semplice viaggio di rappresentanza istituzionale. Accanto al sindaco, infatti, c’era Acea. La municipalizzata al 51% di proprietà comunale a cui il sindaco-Commissario ha affidato il compito di realizzare il contestato inceneritore di Roma-Santa Palomba. Non un progetto qualsiasi, ma un maxi forno da 600mila tonnellate l’anno destinato a bruciare i rifiuti di Roma. Una scelta che ha acceso proteste e barricate civiche, ignorate dal sindaco dem che ha preferito promuovere – ma solo all’estero – un modello industriale controverso ma che lui assicura mirabilante.
Gualtieri e Acea a Osaka: “Bellissimo l’Inceneritore e… non inquina”: ma è su un isola
Durante la trasferta, difatti Gualtieri ha visitato il termovalorizzatore di Maishima, un gigante architettonico che brucia quasi un milione di tonnellate di scarti l’anno. Le immagini sono state pubblicate in esclusiva dal quotidiano La Repubblica, in un articolo del giornalista Lorenzo D’Albergo. “Nessun odore”, ha osservato il sindaco Gualtieri, presentando la struttura come un esempio da replicare a Roma. Ma il paragone è ingannevole: Maishima sorge su un’isola artificiale circondata dal mare, lontana dai centri abitati. Santa Palomba, invece, si troverebbe nel cuore di un’area residenziale già segnata da decenni di emergenze ambientali. A ridosso dei comuni di Albano Laziale (e della locale discarica del re dei rifiuti di Roma, Manlio Cerroni) Ardea e Pomezia.

La ‘regia politica’ di Celli da Roma nella campagna pro-Case dell’Acqua Acea
Mentre Gualtieri pubblicizza l’inceneritore in Giappone, a Roma la presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, ha firmato la mozione n. 116, insieme ai colleghi-consiglieri Angelucci e Converti. Il testo della proposta impegna la Giunta Gualtieri a installare – nei prossimi mesi-anni – nuove Case dell’Acqua di Acea, forse nel tentativo di trasformare la società partecipata Acea in protagonista di una campagna d’immagine che ha – almeno apparentemente – davvero poco di spontaneo, tra l’altro proprio in questo momento, con Gualtieri e Acea sotto pressione di comitati e politica. Una proposta pro-Acea, per giunta, che arriva per mano non di un consigliere ‘qualunque’, con tutto il rispetto del caso, ma del numero due in Campidoglio, braccio destro e sinistro del primo cittadino Gualtieri. La proposta di Celli verrà votata al prossimo consiglio comunale del 16 settembre. Un’iniziativa che sembra guardare, in tutta sincerità, già alle elezioni del 2027. Con Celli – presidente del Consiglio – impegnata a tessere una rete politica e comunicativa a favore della municipalizzata, fin troppo bistrattata dai comitati anti-Inceneritore.

L’inceneritore di Roma- Santa Palomba come linea di frattura, politica e sociale
Nonostante il tentativo di Celli e colleghi di ‘ripulire’ l’immagine di Acea dal peso dell’inceneritore, il nodo del forno brucia rifiuti rimane la grande linea di divisione tra istituzioni e territori. Da un lato, il Campidoglio e Acea insistono a presentare il progetto come soluzione definitiva alla crisi dei rifiuti, da Osaka. Dall’altro, i comuni confinanti – a cominciare da quelli a guida PD– denunciano un disastro annunciato, con ricadute ambientali e sanitarie su migliaia di famiglie. Eppure, anche a pieno regime, il forno non basterà a risolvere il problema dei rifiuti di Roma, che continuerà a produrre più immondizia di quanta potrà essere bruciata.

Una vicenda emblematica, da Osaka a Roma
Con il viaggio a Osaka ormai quasi concluso, resta l’immagine di una Capitale che spreca risorse preziose per promuovere all’estero un modello divisivo e superato. Acea emerge come il vero motore politico e industriale della partita, mentre a Roma si moltiplicano segnali di campagne elettorali anticipate pro-Acea. Intanto i cittadini restano spettatori obbligati, chiamati a pagare un conto salato per un progetto che rischia di trasformare Santa Palomba in una nuova ferita ambientale per durerà per i prossimi 50 anni, e firmata non solo da Gualtieri, ma anche da chi sostiene lui e la municipalizzata dell’acqua di Roma.