Gualtieri da Osaka tenta il terzo rilancio di Julia, l’app per Roma costata 10 milioni e con due flop alle spalle


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Julia avrebbe dovuto essere secondo il sindaco Gualtieri la punta di diamante del Campidoglio per il Giubileo. L’assistente virtuale capace di orientare turisti e cittadini nella giungla romana. Invece, si è trasformata in un simbolo di costi altissimi e improvvisazione politica. Costata quasi 10 milioni di euro, frutto della collaborazione con colossi come Microsoft e NTT Data, la piattaforma è stata accolta fin dall’inizio da polemiche politiche feroci, soprattutto per la sua presunta inefficacia. Le prime due versioni hanno mostrato lacune clamorose: strade inventate, percorsi confusi, eventi inesistenti. Una tecnologia nata per semplificare, ma che ha complicato persino le ricerche più banali.

Roma, due versioni di Julia, due fallimenti

La prima release, lanciata a marzo 2025, avrebbe dovuto accompagnare i pellegrini nel percorso del Giubileo. Il risultato è stato un flop immediato, mediatico, politico e tecnico: indicazioni sbagliate e itinerari immaginari hanno reso l’app più una zavorra che un supporto. Il Campidoglio ha provato a correre ai ripari con la versione 2.0, presentata a fine luglio come un “volano” per il Giubileo dei Giovani. Anche in quel caso, le promesse sono rimaste sulla carta: Julia non ha offerto alcun contributo concreto ai giuvani, risultando irrilevante durante l’evento di agosto.

L’azzardo della terza vita di Julia, sulla via di….Osaka

Nonostante i due insuccessi, il sindaco Gualtieri, dal Giappone, ha annunciato ora un nuovo rilancio. La versione 3.0, promessa per marzo 2026, dovrebbe integrare Julia con lo Spid e la carta d’identità elettronica, consentendo ai cittadini di ottenere certificati anagrafici e iscrivere i figli ai nidi in tempo reale. Una rivoluzione digitale solo sulla carta, che più che un passo avanti sembra una scommessa disperata. A fronte di un passato segnato da errori imbarazzanti, l’idea di affidare la burocrazia romana a un sistema già screditato rischia di sembrare un’operazione di pura propaganda.

Il contesto politico di Roma

Il progetto Julia è figlio di una strategia politica precisa. Gualtieri lo ha inserito nel pacchetto di iniziative della “Città dei 15 minuti”, il cavallo di battaglia con cui ha conquistato il Campidoglio. Un piano che, tra mobilità e servizi di prossimità, si è trasformato in un labirinto di promesse non mantenute. Julia, in questo contesto, rappresenta il volto tecnologico di un’amministrazione che fatica a incidere nella vita quotidiana dei cittadini. Ogni rilancio appare come un tentativo di mascherare un fallimento precedente, senza mai affrontare la sostanza dei problemi reali di Roma.

Sprechi e illusioni

La cifra spesa – quasi 10 milioni di euro – pesa come un macigno. Risorse pubbliche che avrebbero potuto essere destinate al miglioramento dei trasporti, alla manutenzione urbana o ai servizi essenziali. Invece, sono state bruciate in un progetto che ha prodotto più ironia che utilità. Dalla “via della Virilità” inventata dall’app ai consigli sulle mostre del 2021, Julia è diventata una barzelletta digitale. Oggi, l’ennesima promessa di rinascita sembra un atto di ostinazione politica più che un investimento credibile.

Tra fantascienza e fantapolitica?

Che Julia 3.0 riesca davvero a trasformarsi nell’assistente infallibile immaginata dal Campidoglio è difficile da credere. Troppi precedenti negativi, troppi soldi spesi senza ritorno. Ma in politica come nella vita, certo, vale il motto ‘Mai dire mai’. Il sindaco assicura che entro sei mesi i romani potranno finalmente usufruire di servizi efficienti grazie all’intelligenza artificiale. Ma l’esperienza insegna che dietro le dichiarazioni trionfali si nascondono quasi sempre nuove delusioni. Più che un’innovazione tecnologica, Julia rischia di restare l’emblema di una politica che insegue sogni digitali mentre la città continua a soffocare tra inefficienze e disservizi.