Gualtieri: “Tevere balneabile in 5 anni”, futura realtà o un’altra promessa come la pulizia dei Borghi del Trentino?

Fare il bagno nel Tevere entro cinque anni. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, durante l’evento “La città eterna accoglie il futuro” dell’Expo a Osaka, ha rilanciato l’idea di rendere il Tevere balneabile entro cinque anni. Un progetto che affonda le sue radici su gruppi di lavoro interistituzionali, monitoraggi, interventi sugli scarichi, e la collaborazione tra Comune, Regione e governo.
Ma la promessa del sindaco, per i più scettici, suona più come un manifesto elettorale che come un piano operativo. Ancora una volta, insomma, Roma sente l’eco di annunci roboanti che poi stentano a trasformarsi in risultati concreti. E la domanda che resta è semplice: c’è già un progetto serio, e i soldi per realizzarlo, o siamo di fronte all’ennesima promessa che resterà tale?

Promesse, ma i risultati?
Nel 2022 Roberto Gualtieri assicurava che avrebbe fatto di Roma una città «pulita come un borgo del Trentino entro due anni». L’immagine era forte, e aveva fatto illudere molti. Il risultato, però, lo vediamo passeggiando per la città: cassonetti strabordanti, buche nelle strade, quartieri dove il decoro resta un miraggio. Roma non sembra proprio un borgo o una città del Trentino. E nemmeno come una metropoli come Istanbul (oltre 15 milioni di abitanti e una superficie di 5 volte superiore a Roma), che, contrariamente a quello che si possa immaginare, presenta strade pulite e curate.
E allora viene spontaneo guardare il nuovo annuncio con scetticismo. Quando un amministratore ricicla uno slogan spettacolare — questa volta il “tuffo nel Tevere” — il sospetto è che il messaggio serva a guadagnare consensi più che a realizzare interventi tecnici, risorse e tempi realistici.
Tevere balneabile, a che prezzo?
Il sindaco afferma che sono già on-going alcune attività: uno screening su tutti gli scarichi sull’Aniene, che è uno dei principali affluenti che impedisce la balneabilità del Tevere nei tratti a valle. Alcune zone del fiume sarebbero “già oggi parzialmente balneabili in certi giorni”, ma il Primo Cittadino ammette che per raggiungere un livello stabile serve un impegno ben maggiore.
Ma Gualtieri non ha dato cifre riguardo al progetto. E questa è la parte più clamorosa: trasformare un fiume urbano in un’area balneabile comporta bonifiche, impianti di trattamento, monitoraggi continui, manutenzione delle sponde, opere di ingegneria idraulica e un sistema di monitoraggio sanitario che non si improvvisa. Parigi ha speso un miliardo e 400 milioni di euro per la Senna: Gualtieri parla di un investimento minore, perché Roma “parte da un livello di inquinamento minore”, ma sarà comunque una cifra importante. È stato istituito un tavolo tecnico che coinvolge Regione Lazio, Arpa, Ministero dell’Ambiente, Autorità di Bacino, Città metropolitana. Ci sono i fondi? Ci sono garanzie su chi paga e quando? Oppure si “navigherà” per slogan fino alla prossima tornata elettorale?
Non solo Tevere
Ricordiamo poi che Roma convive con problemi più immediati. Dai trasporti che non reggono la domanda quotidiana alla sicurezza urbana, fino al decoro e alle manutenzioni rimandate e al rilancio di Ostia. Investire risorse enormi per una scommessa, mentre le buche restano aperte e i servizi non funzionano, rischia di apparire come una scelta di marketing politico più che di amministrazione responsabile.
Ovviamente ben venga la pulizia del Tevere, perché ne guadagnerebbe l’ambiente e la salute di tutti. Ma che non sia l’ennesima cartolina elettorale. Roma non ha bisogno di altri slogan. Altrimenti il tuffo promesso resterà, ancora una volta, solo un bel titolo.