Guidonia, appartamento in affitto per far prostituire tre donne: ‘Se non mi dai i soldi ti ammazzo e dico a tua figlia cosa fai’

Carabinieri in azione

Aveva occupato quell’immobile a Guidonia, alle porte di Roma. E in un appartamento del complesso residenziale i Carabinieri hanno scoperto che tre donne si prostituivano e venivano continuamente minacciate, a volte violentate, rapinate. Loro dovevano concedersi agli altri uomini, fare il loro lavoro, poi dare parte del guadagno a chi era a capo di tutto.

Adesso, però, la svolta: i militari della Tenenza di Guidonia, dopo una lunga e articolata indagine, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tivoli, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. E a finire in manette è un uomo di 31 anni, gravemente indiziato dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, ma anche violenza sessuale, minacce aggravate e rapina.

Sfruttamento della prostituzione a Guidonia

Un primo controllo è stato effettuato a marzo scorso ed è proprio qui che i militari hanno accertato che l’appartamento veniva stabilmente utilizzato per attività di prostituzione da parte di tre donne. Sentite in forma protetta e con tutte le cautele previste, le vittime hanno raccontato di aver ottenuto in locazione l’immobile a partire dal maggio 2024, un anno prima, proprio dal 31enne, che ne aveva stabilmente le chiavi. L’uomo pretendeva da ciascuna occupante somme variabili di denaro a titolo di canone locativo e di rimborso utenze, ma chiedeva anche una quota dei proventi derivanti dall’attività di meretricio. In particolare, a una delle donne ha imposto il pagamento di 100 euro al giorno e questo oltre alla corresponsione del 50% degli incassi mensili. Tutto era come se dovesse passare da lui.

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La testimonianza delle donne e le violenze

Le testimonianze hanno permesso di ricostruire tutto, di rimettere insieme i pezzi e hanno fatto emergere anche un terribile contesto di sopraffazione, sia fisica che psicologica. Una donna ha denunciato e come un fiume in piena ai Carabinieri ha detto che l’uomo, pur di ottenere quelle somme che chiedeva, la minacciava di continuo, anche di morte. E se lei avesse parlato o si fosse ribellata, lui avrebbe potuto dire alla figlia il lavoro che stava facendo. O, addirittura, le diceva che avrebbe mandato a casa sua soggetti malavitosi.

In un episodio, che risale a maggio 2025, l’uomo – armato di coltello – avrebbe costretto la donna a consegnargli l’intero incasso giornaliero. Lei ha spiegato di essere stata vittima di ripetute aggressioni fisiche e, in due distinti episodi, di essere stata costretta, con violenza e sotto minaccia, a subire atti sessuali completi contro la propria volontà. E tutto questo con modalità brutali, assurde. Tra l’uso della forza fisica e l’imposizione del silenzio, con quella bocca che doveva restare chiusa.

L’arresto

L’indagine, lunga e approfondita, oggi è arrivata a un risultato. Da quel solido impianto probatorio, dal quale è emersa in maniera chiara la gravità indiziaria in ordine ai gravi reati contestati, l’uomo è stato arrestato. La Procura della Repubblica di Tivoli, che ha diretto le indagini, ha deciso di chiedere l’applicazione di una misura cautelare detentiva, che è stata accolta dal GIP competente.

Il 31enne, quindi, è stato portato nella Casa Circondariale e ora si trova a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Lui che avrebbe sfruttato quelle donne, le avrebbe minacciate e avrebbe chiesto soldi quasi ogni giorno.