Guidonia, con un tir a 156 km/h sull’A-1, maxi multa e patente ritirata: Polizia scopre un trucco anti-controlli

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Un autoarticolato sfreccia sull’autostrada a 156 chilometri orari, dove il limite massimo consentito per i mezzi pesanti è di 90. A fermarlo, nei giorni scorsi, sono stati gli agenti della Polizia Stradale di Roma Nord, durante un controllo di routine nei pressi del casello di Guidonia.
Ma dietro quella corsa fuori controllo, gli investigatori hanno scoperto ben più di un semplice eccesso di velocità: un sofisticato sistema di alterazioni tecniche e gravi irregolarità nei tempi di guida e di riposo del conducente, con evidenti rischi per la sicurezza di tutti gli utenti della strada.

Un camion truccato per ingannare il cronotachigrafo

I poliziotti hanno immediatamente notato che qualcosa non quadrava. Le ruote anteriori dell’autoarticolato erano diverse da quelle indicate nella carta di circolazione: un dettaglio che, a prima vista, può sembrare trascurabile ma che in realtà nascondeva un vero e proprio trucco per falsare i dati del cronotachigrafo, lo strumento che registra velocità, tempi di guida e soste.
La verifica elettronica ha confermato i sospetti: nonostante il limite imposto dalla categoria del mezzo, il tir aveva raggiunto una punta record di 156 km/h, una velocità che lo rendeva un pericolo pubblico su ruote.

Scoperto anche il limitatore di velocità manomesso

L’indagine non si è fermata lì. Gli agenti hanno disposto un controllo tecnico in un’officina autorizzata, dove è emersa un’altra irregolarità pesante: il limitatore di velocità del mezzo era fuori uso.
Un guasto? Tutt’altro. Secondo gli accertamenti, il dispositivo era stato disattivato deliberatamente, consentendo al tir di superare senza ostacoli il limite imposto dalla legge. Una manomissione che costituisce una grave violazione del Codice della Strada e che, se non scoperta, avrebbe potuto avere conseguenze devastanti in caso di incidente.

Tempi di guida violati: autista senza riposo

Dai dati scaricati dal cronotachigrafo è emerso anche che il conducente non aveva rispettato i tempi di riposo obbligatori.
La normativa europea, recepita in Italia, prevede pause regolari per garantire che chi guida mezzi pesanti resti vigile e in condizioni psicofisiche idonee. Ignorare queste regole significa mettere a rischio non solo la propria vita, ma anche quella di chi viaggia accanto.
Un autista stanco, infatti, ha tempi di reazione ridotti e può perdere il controllo del mezzo in pochi secondi. A 156 chilometri orari, quei pochi secondi sarebbero bastati per trasformare un tratto autostradale in una trappola mortale.

Documenti mancanti e patente sospesa

Come se non bastasse, durante il controllo il conducente non è stato in grado di esibire né le carte di circolazione del trattore e del semirimorchio, né il contratto di lavoro.
Una situazione che ha aggravato ulteriormente la sua posizione.
Alla fine, la Polizia Stradale ha contestato una serie di violazioni per un totale di 2.197 euro di multa, ha proceduto al ritiro della patente per la sospensione e alla decurtazione di 20 punti.
Il mezzo, invece, è stato segnalato alla Motorizzazione Civile per una doppia revisione: una ordinaria (non ancora effettuata) e una straordinaria, necessaria dopo il ripristino del limitatore di velocità e la sostituzione degli pneumatici non conformi.

Un caso simbolo per la sicurezza sulle strade

L’episodio di Guidonia non è un caso isolato ma un campanello d’allarme su un fenomeno sempre più diffuso: la manomissione dei sistemi di controllo da parte di autotrasportatori o aziende che vogliono guadagnare tempo sulle consegne.
La Polizia Stradale ribadisce che questi comportamenti mettono a rischio la vita di tutti e continueranno i controlli a tappeto su tutto il territorio nazionale.
Come ricordano gli agenti, un tir di 40 tonnellate lanciato a 150 all’ora ha una potenza d’impatto paragonabile a un treno in corsa. Fermarlo in tempo, spesso, è impossibile.

La lezione: il rispetto delle regole salva vite

Questo intervento dimostra ancora una volta l’importanza dell’attività di vigilanza della Polizia Stradale.
Dietro ogni multa e ogni sequestro c’è la tutela della sicurezza collettiva: quella di chi ogni giorno percorre l’autostrada per lavoro, per vacanza o semplicemente per tornare a casa.
Il messaggio è chiaro: barare sui dispositivi di sicurezza non solo è illegale, ma può trasformare un veicolo in un’arma letale.
E questa volta, per fortuna, gli agenti di Roma Nord sono arrivati prima che succedesse l’irreparabile.