Guidonia, la Città Metropolitana paga dopo 27 anni i terreni espropriati per la provinciale del Giubileo di Roma 2000

Guidonia, la provinciale per Roma, foto Google Maps, in primo piano sindaco Gualtieri e vice Pierluigi Sanna, e l'ex sindaco di Roma nel 2000, Francesco Rutelli

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Guidonia, la Città Metropolitana di Roma ha appena pagato le indennità per gli espropri dei terreni sottratti ai privati e su cui è poi nato l’attuale prolungamento della provinciale SS5 per Roma, una arteria che venne allungata in vista del Giubileo del 2000. Nel settembre 1998, difatti, l’allora Giunta provinciale dichiarò di pubblica utilità questo progetto e, pochi mesi, dopo deliberò l’esproprio delle aree necessarie, tutte private. L’opera era considerata strategica per collegare l’area est della Capitale con la Tiburtina e la Maremmana, alleggerendo il traffico e sostenendo la crescita urbanistica dell’hinterland romano e di Guidonia, proprio in vista del Giubileo 2000.

Da Guidonia il progetto della provinciale per il Giubileo…. ma del 2000

La vicenda affonda le radici nel grande piano di infrastrutture ideato dal centrosinistra per il Giubileo del 2000. All’epoca, a guidare la Provincia di Roma c’era Francesco Merloni, politico di lungo corso, ex democristiano approdato poi nell’Ulivo di Romano Prodi. Sindaco della Capitale era invece Francesco Rutelli, che immaginava una Roma rinnovata e pronta ad accogliere milioni di pellegrini. Nel settembre 1998 la Giunta provinciale dichiarò di pubblica utilità il progetto del prolungamento della provinciale e pochi mesi dopo deliberò l’esproprio delle aree necessarie.

Le occupazioni di Guidonia classe 1999: via al prolungamento della provinciale

Con ordinanza del gennaio 1999, la Provincia diede il via libera all’occupazione delle aree. I terreni furono presi in consegna a partire dal 15 febbraio di quello stesso anno, con l’obiettivo di completare in tempi rapidi l’opera strategica. Ma la rapidità delle ruspe non fu accompagnata da quella della burocrazia. Le procedure amministrative rallentarono e già nel 2001 i proprietari si ritrovarono senza indennizzo diretto, costretti a vedersi riconosciute solo somme provvisorie depositate presso la Ragioneria dello Stato.

Indennità per i terreni di Guidonia ferme nei cassetti dello Stato

Il decreto del 2001 stabilì infatti un deposito cautelativo, visto che i proprietari non avevano accettato le cifre offerte. Le somme rimasero congelate nei conti del Ministero dell’Economia, a disposizione dei legittimi eredi. Una procedura che, secondo la legge, avrebbe potuto risolversi in tempi relativamente brevi. Invece, il silenzio della macchina amministrativa ha lasciato passare oltre due decenni, tra ricorsi, successioni ereditarie e cavilli burocratici.

La richiesta degli eredi

Solo all’inizio del 2025, dopo ben 24 anni dal deposito, gli eredi degli originari proprietari hanno presentato domanda formale alla Città Metropolitana di Roma per lo svincolo delle somme. Una richiesta accompagnata dalla documentazione notarile che certificava la piena titolarità dei terreni espropriati e l’assenza di vincoli o gravami. Una mossa che ha costretto la Città Metropolitana, sindaco Gualtieri vice Sanna, a rimettere mano ai vecchi fascicoli, riesumando pratiche dimenticate nei meandri dell’amministrazione.

La decisione della Città Metropolitana: via agli indennizzi del Giubileo 2000

Con la determinazione firmata l’11 settembre 2025, la Città Metropolitana di Roma ha autorizzato lo svincolo di poco meno di 10mila euro. Una cifra modesta, modestissima, che racconta però una storia emblematica di mala burocrazia. Quella di cittadini costretti ad attendere quasi trent’anni per vedere riconosciuto un diritto basilare. Il provvedimento conferma l’assenza di opposizioni e sancisce il pagamento agli eredi.

Il paradosso amministrativo di Guidonia e la sua provinciale per Roma

Il caso mette in luce una delle contraddizioni più evidenti della macchina pubblica italiana: la rapidità con cui le istituzioni riescono ad acquisire terreni e a portare avanti opere dichiarate “urgenti e strategiche”, e l’estrema lentezza nel riconoscere i diritti economici dei cittadini coinvolti. Nel frattempo, le strade sono state realizzate, percorse e vissute per oltre due decenni, mentre i proprietari hanno dovuto attendere che la giustizia amministrativa facesse il suo corso.

Una storia che insegna

Il pagamento arrivato nel 2025 non è solo la chiusura di un contenzioso. È anche un monito. Racconta quanto possa essere fragile il rapporto tra cittadini e istituzioni quando prevale la logica dell’urgenza e della “grande opera”. E dimostra che, troppo spesso, lo Stato tratta i suoi cittadini come fornitori invisibili, pronti a cedere beni in nome del progresso, ma costretti ad attendere decenni per un ristoro economico (tra l’altro così modesto da sembrare quasi imbarazzante) che sarebbe dovuto arrivare subito.

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rutelli e sordi in Campidoglio