Gullit denunciato dai figli: “Non ci paga il mantenimento”. E chiedono mezzo milione di danni

I figli trentenni dell’ex calciatore Ruud Gullit lo hanno denunciato. Accusandolo di non provvedere al loro mantenimento da circa sei anni. Per un debito cumulato pari a 500 mila euro. La querela è stata depositata alla procura di Vibo Valentia lo scorso 31 ottobre. A firmarla, scrive oggi Il Messaggero, Quincy Georges e Cheyenne Dil, fratello e sorella di 32 e 29 anni. Sono nati a Milano dalla relazione con l’ex modella Cristina Pensa. Il matrimonio è durato un anno. Dopo la separazione i figli vennero affidati alla madre e il giudice stabilì un assegno di mantenimento pari a 8 milioni di lire dell’epoca. Gullit ha chiesto e ottenuto il divorzio dalla moglie nel 2017. La causa è cominciata a Londra, ma si è conclusa davanti alla nona sezione civile del tribunale di Milano.

Dopo il divorzio

Il 24 marzo 2010 i giudici hanno parzialmente modificato le decisioni dei colleghi britannici. Disponendo che Gullit corrispondesse all’ex coniuge 7.200 euro al mese a titolo di contributo per il mantenimento dei figli. Ma il campione olandese non ha mai pagato. Anche se ha sottoscritto nel 2017 un accordo con la madre per regolare il debito pregresso. Quell’arretrato è stato saldato ma poi non è arrivato più nulla. «Nostro padre, oltre a disinteressarsi completamente di noi sotto il profilo economico, ha interrotto ogni rapporto con noi da molti anni», si legge nella querela presentata alla Procura di Vibo Valentia- «Arrivando addirittura a non rispondere neppure a dei messaggi di auguri per le festività». Per questo i due ragazzi si sono «visti costretti a segnalare la situazione attuale» ai pm calabresi, «invocando un immediato intervento da parte delle Autorità».

Reato penale

Il reato ipotizzato è la violazione dell’articolo 570 del Codice Penale. Che punisce chi «si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla responsabilità genitoriale, alla tutela legale o alla qualità di coniuge». Secondo i figli «nostro padre si è completamente sottratto a ogni obbligo conseguente alla natura del suo ruolo genitoriale, sia sotto il profilo materiale che morale. Ciò senza rivolgersi a un giudice al fine di rideterminare l’eventuale importo dell’assegno e pur versando nelle condizioni economiche per poter adempiere».