“Ha favorito i clan”. Arrestata la direttrice del carcere di Rebibbia

Maria Carmela Longo, direttrice della sezione femminile del carcere di Rebibbia, è da ieri agli arresti domiciliari. L’accusa è pesante: quando operava a Reggio Calabria, avrebbe favorito i boss della ‘ndrangheta. La Longo era diventata anche un personaggio televisivo. Ospite a Propaganda Live, su La7, aveva raccontato la sua esperienza e il suo approccio rieducativo nei confronti dei detenuti.

Stando alla ricostruzione della Dda ha favorito dei boss della ‘ndrangheta. La Longo, quando era direttrice del carcere di San Pietro di Reggio Calabria, avrebbe fatto favori a boss detenuti. Avrebbe volutamente ignorato piccole e grandi violazioni. Ha consentito permanenze prolungate di capimafia che a Reggio non ci dovevano stare. Ha poi elargito permessi e concessioni grazie anche a certificati medici.

Da un anno guida la sezione femminile di Rebibbia

L’inchiesta della procura di Reggio Calabria ha portato quindi all’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa dell’ex direttrice del carcere di Reggio Calabria. Secondo il gip, la dottoressa Longo  “concorreva al mantenimento ed al rafforzamento delle associazioni a delinquere di tipo ‘ndranghetistico”. Secondo gli inquirenti, l’ex direttrice avallava “le richieste dei detenuti ristretti presso la casa circondariale reggina.

Maria Carmela Longo, le accuse quando era a Reggio Calabria

L’inchiesta che ha portato all’arresto, condotta dal Nucleo investigativo centrale del Dap, ha svelato quella che i pm definiscono “una sistematica violazione delle norme dell’ordinamento penitenziario e delle circolari del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria”. Stando alla ricostruzione della Dda, Maria Carmela Longo “concorreva al mantenimento ed al rafforzamento delle associazioni a delinquere di tipo ‘ndranghetistico”.

La dottoressa Longo, è scritto nel capo d’imputazione, “individuava i detenuti da autorizzare all’espletamento del lavoro intramurario, nonchè quelli da indicare al magistrato di sorveglianza per l’espletamento del lavoro esterno”. Maria Carmela Longo, inoltre, avrebbe consentito, “la collocazione di detenuti ristretti in circuito di Alta sicurezza legati da rapporti di parentela o appartenenti allo stesso sodalizio criminoso nelle medesime celle”.

(Nella foto, Maria Carmela Longo, con Zoro, conduttore di Propaganda Live)