Hanno arraffato biglietti del treno gratis fino all’ultimo: chi sono i 38 parlamentari “accattoni”

Hanno arraffato biglietti del treno gratis a più non posso, finché hanno potuto, con un’avidità mai vista nella storia del parlamento italiano. Chi sono? Gli ex parlamentari M5s. Vi ricordate i francescani evocati da Grillo? Quelli anti Casta? Ecco che fine hanno fatto.
Su 38 ex parlamentari che sul finire della scorsa legislatura, tra luglio e ottobre, hanno fatto la corsa per accaparrarsi, attraverso l’agenzia di viaggi convenzionata della Camera Carlson Wagonlit, carnet di biglietti omaggio per l’Alta velocità, 30 sono M5s.

Lo ha scoperto il quotidiano Il Foglio. In meno di cento giorni, spiega il quotidiano, la spesa complessiva è stata pari a 82.520 euro, di cui 50.740 soltanto ad ottobre. Tutto per fare in tempo ad ottenere i carnet (da 10 a 15 biglietti ciascuno) per scorrazzare da Nord a Sud senza scucire un centesimo.
Hanno arraffato biglietti del treno gratis fino all’ultimo
C’è chi si è fatta procurare carnet per oltre 11 mila euro, chi si è «accontentato» di biglietti per 1.345 e chi si è attestato su un controvalore di 3.276. Il Foglio ha scovato la lista dei beneficiari e ne conosce, quindi, nome e cognome. Ma preferisce non renderli noti, soffermandosi piuttosto sulla provenienza politica, scoprendo che la netta maggioranza è stata eletta con il Movimento 5 Stelle. Il partito che voleva abolire la povertà. E ci è riuscito abolendo la povertà dei suoi eletti.
Il giornale fa i nomi del peccato, ma non dei peccatori. Tuttavia fornisce il loro identikit: alcuni sono rimasti nel gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle fino alla fine della legislatura (ma non sono stati ricandidati per il vincolo del secondo mandato). Altri sono confluiti in Insieme per il futuro, cioè la formazione politica creata dell’ex bibitaro dello stadio San Paolo, Gigino Di Maio. Gli altri dieci erano confluiti nel gruppo Misto. Inutile dire che, pure loro, nel 2018 furono eletti sotto le 5 Stelle. Gli altri 8 parlamentari? Sono quattro renziani, due leghisti, un parlamentare di Fratelli d’Italia e uno del Pd.