Holding comune, lavoratori come carne da macello

Esplode la rabbia dei lavoratori della holding Campidoglio. Si tratta di decine di aziende di primo e di secondo livello. Che occupano oltre 23 mila dipendenti. Ovviamente la parte del leone la fanno ATAC ed AMA che con due sole società arrivano più o meno a 20 mila addetti. Ora che è esplosa l’emergenza da coronavirus, il comune di Roma si dovrebbe attenere alle disposizioni dei vari decreti Cura Italia. E in particolare agli ultimi D.P.C.M. che prevedono di applicare lo smart working per tutte le attività che non siano strettamente essenziali. E di dotare tutto il personale in servizio dei dispositivi di protezione individuale necessari per lavorare in sicurezza. Vale per tutti, particolarmente per chi gestisce attività di front office. Cioè con contatto diretto con la clientela. Ma il sindacato di base USB denuncia come i kit di protezione individuale non siano mai arrivati. A cominciare dall’AMA dove gli operatori ecologici sono in rivolta. Perché rischiano di diventare carne da macello.

Senza protezioni troppi rischi per i lavoratori. E all’AMA è psicosi contagio

Correrebbero troppi rischi i lavoratori delle aziende che fanno riferimento alla holding del Campidoglio. Questa la denuncia avanzata dal sindacato di base USB che fa una analisi accurata di quello che succede nelle aziende più importanti del comune di Roma. E il quadro non è per nulla rassicurante. Cominciando proprio dall’AMA, dove i lavoratori lamentano locali spogliatoio sporchi e camion della raccolta rifiuti non igienizzati a dovere. Ma anche una cronica carenza di mascherine, guanti monouso e kit di protezione individuali. In più in molti impianti le docce sarebbero state chiuse perché era impossibile rispettare la distanza di sicurezza. E anche il lavaggio delle tute non sarebbe garantito ad ogni cambio turno. Ora si aggiunge anche la possibilità che gli operatori ecologici debbano ritirare la spazzatura dagli androni di abitazioni dove ci sono soggetti infetti. E l’azienda non avrebbe fornito nessun protocollo ufficiale. Su come comportarsi in questa eventualità

Coronavirus, all’AMA i sindacati vogliono scioperare

ATAC senza mascherine. Ma non va meglio per Polizia locale e lavoratori Zetema

Passando da AMA ad ATAC la situazione non migliora. Il 6 aprile i sindacati hanno chiesto l’accesso agli atti per la gara che avrebbe dovuto aggiudicare guanti e mascherine. Per autisti macchinisti operai ed operatori di stazione. Kit di protezioni individuali  che però ancora non si vedono. Mentre migliaia di lavoratori sono stati messi in cassa integrazione dall’azienda di trasporti di via Prenestina. E il capogruppo in Campidoglio di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo ha chiesto di sapere chi sono e con quali criteri sono stati scelti. Gli operatori della Polizia locale invece hanno un altro problema, almeno secondo il sindacato USB. Che ha affidato la sua denuncia a un comunicato diffuso dal sito Romadailynews. Perché il Comando continuerebbe a pretendere la presenza in servizio anche per i vigili destinati ad attività amministrative. Quindi non essenziali, e che si potrebbero fare con lo smart working da casa. Ancora più paradossale poi la situazione di Zetema. Sempre secondo il sindacato, lavoratrici e lavoratori addetti alle biglietterie e alle sale dei musei devono comunque recarsi al lavoro ogni mattina. Anche se le mostre sono chiuse per legge.

ATAC, niente guanti e mascherine. E scatta l’accesso agli atti

USB, per sostegno ad asili nido e servizi socio assistenziali intervenga ACEA

I lavoratori della holding Campidoglio starebbero lavorando senza le opportune dotazioni di sicurezza. E alle volte verrebbero chiamati fisicamente al lavoro anche se non impegnati in servizi essenziali. Questa la denuncia del sindacato di base USB che affronta anche la crisi economica. Di chi ha perso tutto o quasi, come i tassisti. O delle centinaia di precarie degli asili nido e delle scuole dell’infanzia a gestione diretta. Che non hanno nessun paracadute economico e sociale. Così USB lancia la sua proposta. Il comune ha una società ricca che produce utili e si chiama ACEA. La Raggi batta un colpo, e dia un bel segnale. Destinando una parte degli utili di quella società a chi invece svolge per il Campidoglio un lavoro povero. Fornendo però servizi essenziali ai più deboli. Una provocazione, o forse qualcosa di più. Vedremo se le grida di allarme del sindacato avranno seguito.

https://www.romadailynews.it/politica/usb-protezione-lavoratori-sembra-non-riguardare-raggi-0453469/