Hotel e turismo, Roma rischia 8 mila licenziamenti

Roma rischierebbe fino a 8 mila licenziamenti. Nel settore del turismo, in ginocchio per la pandemia da quasi due anni. La cifra ‘monstre’ e’ una proiezione di quanto sta succedendo non solo neo grandi hotel della Capitale, ma anche in tutto l’indotto. Agenzie di viaggi, guide turistiche, mondo degli NCC, servizi di ristorazione e catering, eventi, lavanderie industriali e via a seguire. Una situazione tanto preoccupante, che ha spinto il sindaco Gualtieri a chiedere al governo di intervenire. Stanziando almeno una parte dei 700 milioni previsti in finanziaria per il sostegno e il rilancio del settore, a una sorta di ‘cassa covid’ per Roma. Intanto però, tra tavoli tecnici e trattative, la situazione precipita. E tantissimi posti di lavoro sono davvero appesi a un filo.

Dallo Sheraton al Majestic, fino al Cicerone e al Bernini. I grandi hotel di Roma licenziano centinaia di persone

Il caso più clamoroso è stato certamente quello dello Sheraton. Chiuso da marzo del 2020, per una ristrutturazione ‘improrogabile’. Ma che adesso, anche a causa della pandemia, si appresta a mettere alla porta ben 164 lavoratori. Maitre di sala, camerieri, addetti ai servizi di reception, alle cucine e al facchinaggio. Tutti a casa, alla scadenza degli ammortizzatori sociali. Ma i sindacati sospettano che ci sia anche dell’altro. Forse una cessione della proprietà, con i nuovi possibili compratori che non vorrebbero il fardello del personale. Preferendo magari ripartire da zero. Con contratti più leggeri e meno oneroso.

Un destino comune con i dipendenti dello storico Hotel Majestic di via Veneto, che pure prima della pandemia aveva internalizzato i servizi di facchinaggio e pulizia camere. 47 i licenziamenti previsti con la proprietà a parlare di “gravissima situazione finanziaria” dovuta a due anni consecutivi di pandemia con un calo del fatturato registrato al 90,4%. Ma tra i corridoi deserti del Majestic la voce è quella di una vendita della struttura con i compratori non interessati al “fardello “ del personale-. “Quindi la proprietà, nonostante siano li da vent’anni, ha deciso di chiudere la partita con i suoi dipendenti” – ha tuonato Stefano Chiaraluce della Filcams Cgil. “Alla luce del fatto che la struttura sarà venduta e che l’attività dunque cesserà solo temporaneamente proveremo a chiedere che siano create le condizioni per mantenere tutto il personale. In attesa della riapertura sotto la guida della nuova proprietà”. Riduzione dell’organico tra licenziamenti ed esternalizzazione dei servizi per l’Hotel Cicerone dove si contano 31 esuberi. “Borderline”, così la definisce Roberta Valenti di Uiltucs, la situazione del Bernini dove 25 lavoratori dei servizi in appalto “vivono sospesi nell’incertezza da mesi”.

Le richieste del sindacato

Massima attenzione e tutele per i lavoratori chieste anche dai sindacati. Per gli hotel di Roma la prima partita si giocherà tra metà e fine gennaio con gli incontri specifici per ciascuna situazione, ma la vertenza potrebbe diventare unica. “Non si può sfruttare la pandemia oltre la sua reale incidenza con operazioni brutali” – tuona Chiaraluce. Per il sindacalista per il comparto del turismo, con i settori alberghiero e del trasporto aereo tra i più colpiti, “non è sufficiente la proroga degli ammortizzatori sociali”. Serve il blocco dei licenziamenti, “o almeno che si possa costringere i datori di lavoro ad utilizzare gli ammortizzatori sociali se funzionali a mantenere i livelli occupazionali e tutelare quindi i lavoratori senza metterli alla porta”. I sindacati chiederanno supervisione delle istituzioni e atteggiamento specifico per il settore. Dallo Sheraton al Majestic, passando per il Cicerone la scelta ferma è quella che si raggiunga il ritiro delle procedure di licenziamento collettivo che pesano sulle teste dei dipendenti già frastornati da due anni di pandemia e crisi.