No agli infopoint in piazza di Spagna, Trastevere e Vaticano: “Chi ama Roma non la ferisce”


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Sessanta tra urbanisti, storici dell’arte, archeologi e architetti hanno firmato un appello indirizzato al Comune di Roma per chiedere lo stop immediato alla realizzazione di tre nuovi infopoint turistici previsti in luoghi simbolo della Capitale: piazza di Spagna, piazza Sonnino a Trastevere e piazza della Città Leonina, a ridosso del Vaticano.

L’iniziativa, promossa dal laboratorio civico “Carte in regola“, mira a difendere l’integrità visiva e culturale di spazi tra i più iconici della città eterna.

Secondo i firmatari, l’intervento rischia di compromettere l’identità storica e paesaggistica di questi luoghi, trasformandoli in aree di servizio più adatte a un centro commerciale che a un sito monumentale. Il timore è che Roma, già sovraccarica di strutture temporanee e arredi urbani incoerenti, venga ulteriormente deturpata da installazioni considerate “inopportune” sia dal punto di vista estetico che culturale.

Tre nuovi infopoint a Roma: interventi giubilari o ferite urbanistiche?

I tre chioschi rientrano nei lavori previsti in vista del Giubileo 2025. A ospitarli saranno strutture in vetro e metallo, con funzioni multiple: dai servizi igienici, già esistenti nei punti interessati, alla distribuzione di informazioni turistiche e servizi anagrafici. Il Comune difende la scelta definendola un’opera di “riqualificazione urbana” e assicurando un basso impatto ambientale grazie a tecnologie moderne e materiali trasparenti.

Ma gli esperti non ci stanno. La loro opposizione non è tanto legata alla funzione dei Pit – Punti Informativi Turistici – quanto alla loro collocazione. Costruire manufatti, anche leggeri, in piazza di Spagna o accanto alla basilica di San Pietro, significa secondo molti intervenire su contesti di altissimo valore storico con soluzioni architettoniche che inevitabilmente ne alterano l’equilibrio.

Una ferita alla bellezza di Roma, i tre nuovi infopoint

L’appello sottolinea come gli stessi interventi, già bocciati in passato, siano stati riproposti senza modifiche sostanziali, nonostante una conferenza dei servizi nel 2015 ne avesse sancito l’inadeguatezza. In particolare, piazza di Spagna rappresenta un simbolo universale del patrimonio artistico italiano: ogni intervento, anche il più “leggero”, finisce per diventare invasivo se inserito in un contesto così fragile.

Inoltre, gli oppositori ricordano che Roma è già sottoposta a una costante pressione turistica che rischia di snaturarne l’essenza. Le nuove installazioni, pur pensate per migliorare l’accoglienza, potrebbero finire per rafforzare una logica da “parco tematico” più che da capitale culturale.

Campidoglio e Sovrintendenza: “Progetto approvato e mitigato”

Da parte sua, il Campidoglio prova a rassicurare. Il progetto è stato approvato sia dalla Sovrintendenza capitolina sia da quella statale. Le strutture non saranno visivamente impattanti, dicono, e si limiteranno a coprire gli accessi ai bagni pubblici interrati esistenti. Non sono previsti impianti pubblicitari, le luci saranno tenui e il merchandising sarà ridotto all’essenziale, per non compromettere la percezione visiva dei luoghi.

Inoltre, si promette un inserimento architettonico “compatibile” con il paesaggio circostante, anche grazie all’uso di materiali trasparenti e design minimali. Ma per molti cittadini e studiosi, tutto ciò non basta. Il punto non è solo il “come”, ma il “dove”. E la risposta è netta: certi luoghi non si toccano.

Il nodo resta la tutela del paesaggio urbano

La polemica tocca un nodo centrale nella gestione del patrimonio urbano: la capacità – o l’incapacità – di coniugare funzionalità e tutela. La Capitale, già colpita da anni di incuria, non può permettersi di barattare il decoro con l’efficienza, specialmente quando sono in gioco le sue piazze più celebrate.

I cittadini chiedono che si trovi un altro modo per offrire servizi senza danneggiare l’identità visiva della città. Perché, come recita lo slogan dell’appello, “Chi ama Roma non la ferisce”. E per molti, quel che oggi si presenta come innovazione, domani potrebbe apparire come l’ennesima ferita inferta al cuore della Città Eterna.

Roma, dove sorgerà il nuovo infopoint, in piazza di Spagna, foto Google Maps
Roma, piazza Sonnino a Trastevere, foto Google Maps