I bus vanno a fuoco ma la Raggi insiste. Ecco 100 milioni per la funivia

Gli autobus dell’Atac continuano ad andare a fuoco come falò. E proprio l’altro giorno il sedicesimo mezzo dall’inizio dell’anno è stato avvolto in un rogo. Forse si potrebbe investire di più nella manutenzione della flotta, o magari accelerare la sostituzione dei mezzi vecchissimi con le vetture nuove. Perché il parco circolante ha un’età media superiore ai dieci anni, e una percorrenza che spesso supera il milione e mezzo di chilometri vettura. Certo, per fare le cose servono soldi. E le casse dell’azienda e del Comune sembrano essere sempre desolatamente vuote. Ma guarda caso, per il vecchio pallino della Raggi sembra che le risorse siano sempre disponibili. Parliamo della famosa funivia, che dovrebbe collegare il capolinea della Metro A di Battistini con il quartiere di Casalotti scavalcando anche il Grande Raccordo Anulare. Con tanto di sgancio rapido alle stazioni per far rallentare i vagoncini, proprio come quando si va a sciare. Portata massima, dieci persone per modulo, sedute una davanti all’altra. Cosa che oggi in pieno covid sarebbe impossibile. Ma speriamo che in futuro almeno questo problema non ci sia più. Costo dell’impianto finito, poco oltre i 100 milioni di euro. L’equivalente di circa 250 autobus. Ma vuoi mettere quanto è più figo andare al lavoro in funivia. Almeno, la Raggi sembra proprio pensarla così.

Raggi lancia la metro G. La vedremo con la funivia, è campagna elettorale

Casalotti come Cortina. Ritorna la funivia, costa 100 milioni e sarà pronta (forse) tra due anni

Si avvicina la campagna elettorale e ritorna di moda la funivia a Roma. Il progetto a cui la Raggi è forse più affezionata, almeno alla pari con il monopattino. Ma in questo caso i costi sarebbero leggermente diversi. Perché lo studio condotto da Roma metropolitane parla di oltre 100 milioni di euro. Che di questi tempi e con l’Atac che si dibatte nel concordato fallimentare non sono certo bruscolini. La portata del nuovo impianto sarebbe di circa 3500 persona all’ora, e sono anche precorsi due ponti. Uno ciclopedonale sulla Torrevecchia, e l’altro nel tratto in cui le cabine passeranno sopra al Raccordo anulare. Dovrebbero sorgere anche due parcheggi di scambio a raso in prossimità dei capolinea e uno di 40 posti interrato a servizio del centro sportivo Battistini. Ma i problemi non mancano, a cominciare dalla installazione dei piloni che saranno destinati a sostener le funi aeree sulle quali scorreranno là cabine. Allora ecco che già si parla di una sistemazione supplementare del ciglio dei marciapiedi e dei tratti di strada interessati. E della realizzazione di spazi verdi, non si sa bene fruibili come e da chi. Visto che verrano realizzati sotto il passaggio delle cabine, e in prossimità dei piloni.

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Le priorità per Roma sono altre. E spettera’ al futuro sindaco dire sì o no all’impianto 

Sinceramente, le priorità per la città di Roma ci sembrano altre, piuttosto che la realizzazione di una cabinovia. Anche perchè nel progetto originario la Metro A avrebbe dovuto proseguire la sua corsa oltre il capolinea di Battistini, fino a Casalotti e a Monte Spaccato. Con costi certamente superiori, su questo non c’è dubbio. Ma con una portata sufficiente a collegare realmente e velocemente queste periferie con il centro della città. Cosa che invece con la funivia è tutta da dimostrare. Anche perchè una volta scesi, bisognerebbe comunque cambiare mezzo. E salire sull’autobus o sulla metro. Comunque, al di là degli annunci la decisione su quest’opera spetterà verosimilmente al nuovo sindaco. Che potrà saggiamente decidere che per andare al lavoro con sci e scarponi i Romani possano ancora aspettare.

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