I carabinieri fotografano la criminalità a Roma: ecco i fenomeni più preoccupanti

Quarticciolo
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Analisi della criminalità romana dei carabinieri. Un calo dei reati in genere a Roma e Provincia, soprattutto furti e rapine, ma un equivalente aumento delle truffe online. Lieve diminuzione dell’usura, un reato che difficilmente viene alla luce e che preoccupa proprio per la difficile situazione socio-economica causata dal Covid. E infine un fenomeno nato con la pandemia, cresciuto negli ultimi quattro mesi in modo sensibile. Quello delle risse organizzate sui social in stile baby gang del Pincio. E’ questa la fotografia della Capitale e dell’hinterland scattata dal comandante provinciale dei carabinieri di Roma, Lorenzo Falferi, analizzando il trend dei reati a seguito dell’impatto del coronavirus, in un’intervista all’Adnkronos.

I carabinieri: calo generalizzato dei reati a Roma

Falferi, arrivato al comando di Roma da appena tre mesi, ha alle spalle un’esperienza di quattro anni a capo della compagnia carabinieri Eur. E, forse anche per questo, una visione già lungimirante e ampia della città. ”Indubbiamente i dati statistici, che vanno presi con grande attenzione ma che sono in ogni caso significativi, dimostrano che nell’ambito della provincia di Roma vi è un calo generalizzato dei reati. Calo che in linea di massima si attesta attorno al 16%-18% circa. “Emerge una riduzione generalizzata dei fatti reato, in particolar modo di quelli relativi alla microcriminalità o criminalità predatoria, tra cui i furti (-30%) e le rapine (-13%). L’unico dato in controtendenza e in sensibile aumento con un +17% riguarda le truffe e le frodi informatiche”.

Aumentano truffe e frodi informatiche

Un dato, che sottolinea Falferi è ”legato alle limitazioni da Covid, che hanno aumentato il ricorso ai mezzi moderni, le comunicazioni online e di commercio su piattaforma elettronica”. Di qui, aggiunge, ”l’aumento di questo strumento come mezzo privilegiato per colpire le persone”. E di fronte a un dato così ”significativo, +17%, quindi particolarmente rilevante”. ”Si tratta di un tipo di truffe – spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Roma – che possono avvenire con diverse modalità, in una delle più comuni i truffatori si sostituiscono a un istituto di credito. Quindi la simulazione attraverso l’invio di una email esca, che si fa credere alla vittima provenga dalla sua banca, nella quale la persona viene indotta a inserire dati personali e codici utili affinché il truffatore se ne impossessi per poi svuotare i conti”.

I carabinieri denunciano un aumento delle gang giovanili

Molto comuni, spiega ancora il comandante, sono anche le vendite online di ”materiali che poi non vengono consegnati”. Inoltre, spiega, ”c’è un particolare fenomeno che è cresciuto su Roma in misura piuttosto sensibile negli ultimi 3-4 mesi ed è quello delle denunce per violenze da parte di bande di minori. Con aggressioni nei confronti dei coetanei o addirittura con degli scontri tra gruppi, come nel caso della baby gang del Pincio”. Falferi racconta che al di là di quello che è accaduto ”sulle terrazze del Pincio o in piazza del Popolo” altri episodi analoghi si sono verificati ad esempio anche nelle periferie sud della Capitale”. Si tratta di un fenomeno ”che desta qualche preoccupazione e su cui l’attenzione è particolarmente alta”, ma che ”non ha nulla a che fare con le baby gang criminali di tipo etnico, che hanno logiche completamente diverse”.

Le baby gang forse sono un fenomeno passeggero

In questi casi, spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Roma, ”abbiamo un’aggregazione di ragazzi, in genere tutti minorenni, provenienti da buone famiglie. Che però sfocia nel fenomeno violento in seguito a una sfida nata sulla piattaforma elettronica e che ha effetto di volano”. Secondo Falferi non si può dare una ”chiave di lettura univoca di questo fenomeno, che probabilmente scaturisce dalla situazione di sostanziale isolamento nel quale viviamo un po’ tutti e che altera i rapporti interpersonali”. ”C’è anche una componente di aggregazione, che poi sfocia in reazione violenta o di piccoli furti o piccole rapine. Non lo sottovalutiamo, lo monitoriamo e cerchiamo di capirne l’andamento”.

Preoccupa l’usura, fenomeno infido

Argomento di ”particolare delicatezza” sottolinea infine il comandante provinciale dei carabinieri è l’usura. ”Il dato statistico non parla di un aumento del fenomeno, anzi riporta un lievissimo calo, poche unità percentuali in meno”. Ma, ci tiene a precisare Falferi, ”se è vero che c’è una lievissima diminuzione è anche vero che il fenomeno del disagio economico e sociale che viviamo e che è sotto gli occhi di tutti non ha bisogno di prove matematiche”. ”La vittima di usura non denuncia o denuncia poco. Perché scatta un meccanismo di complicità in relazione al fatto che è proprio l’usurato che in genere attiva la procedura dell’usura”, sottolinea. Un reato che ”difficilmente è commesso dal singolo e più spesso è manifestazione di organizzazioni criminali”.

I carabinieri: attenzione alle grandi bande criminali

“In questo momento storico solo le grosse organizzazioni criminali hanno queste possibilità”. Una spia dell’usura, spiega, sono ”gli improvvisi cambi di titolarità di un esercizio commerciale. Queste difficilmente avvengono, se non in presenza di una consistente crisi economica e finanziaria dell’impresa e dell’esercizio commerciale. Quando un titolare di impresa cambia dall’oggi al domani da un altro titolare, che manifesta capacità economiche particolarmente rilevanti, possiamo trovarci di fronte al risultato di un fenomeno di usura”. Le armi per contrastarla sono ”controllo del territorio, dialogo con le associazioni di categoria, e le indagini”, sottolinea il comandante.