I clandestini della “rotta turca”, con scafisti russi e ucraini: partono tutti dallo stesso porto

La tragedia delle ultime ore a Crotone è avvenuta su un tragitto quasi dimenticato, ossia quello ionico, la cosiddetta “rotta turca”, dove le Ong non operano e dove gi sbarchi sono aumentati del 118 per cento. Lo racconta il Corriere della Sera, specificando che le partenze avvengono sempre dal solito posto: Bodrum, in Turchia. Ma le autorità turche non ne sanno niente? Insomma, è una rotta che passa in secondo piano rispetto a quella di Lampedusa e del Mediterraneo centrale, ma che è sempre più utilizata dai trafficanti di schiavi. Che spesso usano velieri, perché considerati meno visibili. Approdano in Calabria o in Salento, provenienti dal Mar Nero. Secondo Frontex questo itinerario è stato utilizzato nl 2022 da quasi trentamila clandestini, mentre quello siciliano da oltre il doppio.
Sensibile incremento della rotta turca
L’incremento della rotta turca, attiva da circa dieci anni, è stato sensibile negli ultimi mesi. Addirittura si clacola che solo quest’anno sono arrivati per questa via oltre 14mila clandestini, il triplo dello scorso anno. Si tratta perlopiù di imbarcazioni autonome e la provenienza degli irregolari è soprattutto africana: Guinea e Costa d’Acorio, con numerosi minori, che poi noi dovremo mantenere sino al 18° anno di età a spese nostre. Altri provengono da Afghanistan, Siria, Iraq ma anche da Iran e Pakistan. Come detto, si utilizzano velieri, considerati più veloci e invisibili, ma anche barconi malridotti. Il Corriere ricorda anche che il remunerativo traffico di schiavi annulla anche le differenze di guerra. il 4 novembre in Sicilia è arrivato un veliero con 99 afghani e pakistani a bordo. Gli scafisti erano russi ma l’imbarcazione batteva bandiera ucraina.
