I collettivi di sinistra aggrediscono gli studenti di destra e la polizia: 11 feriti

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E’ di 11 persone ferite tra le forze dell’ordine, un funzionario di polizia colpito da una bottiglia di vetro alla testa, e agenti dei reparti mobili, il bilancio delle tensioni verificatisi ieri al Campus Einaudi di Torino dove un centinaio di esponenti dei collettivi studenteschi hanno cercato di fermare il volantinaggio di una 15 di rappresenti del Fuan. Per impedire che la situazione peggiorasse e che le due parti venissero in contatto sono intervenute le forze dell’ordine con due cariche mentre i collettivi hanno tirato uova farina, bottiglie di vetro e lattine alla polizia e ai rappresentanti del Fuan. Al termine un esponente dei collettivi portato in questura. Negli scontri sarebbero rimasti coinvolti anche una studentessa e personale dell’ateneo.

Pagina di antidemocrazia scritta dai collettivi di sinistra

“Un’altra bella pagina di antidemocrazia al Campus di Torino. Una quindicina di ragazzi del Fuan, mentre volantinavano, sono stati aggrediti da circa centocinquanta antagonisti”. Così su Fb l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino, interviene sulle tensioni di questo pomeriggio a seguito delle quali un funzionario di Polizia rimasto ferito insieme ad altri tre agenti. Speriamo che le denunce per violenza privata e ai danni di pubblico ufficiale vadano a buon fine”, aggiunge sui social Chiorino: “il mio impegno è totale nell’assicurare che chi usa violenza nelle Università non possa accedere alle borse di studio. L’Università è il luogo principe della cultura ed è evidente che queste persone non hanno alcun interesse a averne una che non sia la loro”.

La sinistra vuole annullare la libertà nelle università

“In questi mesi abbiamo assistito a innumerevoli tentativi di annullare la libertà di espressione in Università e impedire con la violenza conferenze che avrebbero dovuto svolgersi in maniera tranquilla e aperta, come nel caso del nostro ultimo incontro sulla crisi umanitaria in Armenia. Oggi il copione si è ripetuto, con alcune decine di fuoricorso dei centri sociali che hanno contestato un nostro volantinaggio sulla ‘Libertà di espressione’”. A denunciarlo, in una nota, i rappresentanti degli studenti eletti del Fuan – Azione Universitaria. “Davanti a queste azioni, portate avanti da gruppi che in alcuni casi non esprimono nemmeno un rappresentante degli studenti il Fuan ha sempre risposto senza fare passi indietro, difendendo il diritto di tutta la comunità studentesca .

Il Fuan non indietreggerà di fronte all’intolleranza dei collettivi

“Se ne facciano una ragione coloro che vorrebbero impedire volantinaggi con la violenza, cancellare conferenze o bandire la nostra lista colpevole solamente di pensarla in maniera diversa, il Fuan-Azione Universitaria, insieme ai suoi rappresentanti eletti, continuerà a rappresentare tutti gli studenti liberi dell’Università di Torino”. Dice Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato: “La Polizia registra ben 11 feriti a Torino per un banale volantinaggio all’università. E’ inquietante, inutile girarci intorno, prevaricazione e aggressione sono praticate da molti con disinvoltura, ammesse come normalità. E il personale in uniforme continua ad essere il baluardo che tenta di arginare questa follia a protezione dei diritti dei cittadini.

Assoluta mancanza di rispetto della sinistra per chi ha idee diverse

Ai colleghi va tutta la nostra solidarietà e il nostro compiacimento per come ancora, coraggiosamente e fedelmente, portano avanti un lavoro così pesante sotto ogni punto di vista – aggiunge Mazzetti -. Nelle strade e nelle piazze, infatti, incontrano frustrazioni, sfoggio di violenza incontrollata, arroganza dettata dalla convinzione che tutto sia ammesso senza conseguenze. Fino a che tutto questo non sarà osteggiato, rintuzzato e punito severamente, fino a che non cambierà questa mentalità di fondo per cui l’assoluta mancanza di rispetto di limiti, libertà e diritti altrui è normale, arginare la violenza sarà una lotta impari, e i poliziotti continueranno a subire in un silenzio che fa più male di oltraggi e botte”.