I contagi salgono appena si fanno più tamponi. Sale anche la positività, 9 i morti

Salgono ancora i contagi. Sono 2.455 i contagi da coronavirus Sars-CoV-2 in Italia oggi (ieri 2.153), secondo i dati del ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 9 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 190.922 tamponi, per un tasso positività che sale a 1,28%. Ma calano i pazienti Covid in ospedale rispetto alla giornata di ieri. Sono 1.089 i ricoverati con sintomi (-19) mentre aumentano di due i ricoveri in terapia intensiva (153 contro i 151 di ieri), con 11 ingressi nelle ultime 24 ore. Sono 40.900 gli attuali positivi.
Anche nel Lazio aumento sensibile dei contagi
“Oggi nel Lazio, su quasi 9mila tamponi (-806) e oltre 16mila antigenici per un totale di oltre 25mila test, si registrano 353 nuovi casi positivi (+145) e 1 decesso (dato stabile). I ricoverati sono 105 (-16), le terapie intensive sono 25 (dato stabile), i guariti sono 190. Il rapporto tra positivi e tamponi è al 3,9%, ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende allo 1,3%. I casi a Roma città sono a quota 178”.

Nelle province 32 casi e nessun decesso
Lo sottolinea l’assessore alla Sanità e Integrazione sociosanitaria, Alessio D’Amato, nel bollettino al termine dell’odierna videoconferenza della task-force regionale per Covid-19 con i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. “Nelle province si registrano 32 nuovi casi e si registrano 0 decessi nelle ultime 24 ore”, evidenzia D’Amato.
I virologi insistono: prorogare le stato di emergenza
“Secondo me bisogna andare avanti e prorogare lo stato di emergenza, proprio per gli elementi di flessibilità che il Covid ci ha insegnato a dover attuare”. Così all’Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, sulla scadenza del provvedimento a fine luglio.
Dobbiamo immaginare lo scenario peggiore per gestire il fenomeno
“Non è tanto per dire chiudiamo o perché vogliamo tenere tutti chiusi – chiarisce il virologo -. Ma perché io credo che sia opportuno mantenere meccanismi fluidi di organizzazione e riorganizzazione. Cioè – spiega – immaginiamo lo scenario peggiore per riuscire poi a gestire uno scenario che magari non sarà così pesante, però se ci attrezziamo per quello peggiore gestiamo meglio anche quello più tranquillo”.