I cuccioli dell’orsa Amarena sono usciti indenni dall’inverno

orsa Amarena

La conferma arriva dal Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise: i cuccioli dell’orsa Amarena sono sani e salvi. Sono riusciti a uscire vivi dall’inverno nonostante l’uccisione della madre. Ce l’hanno fatta, nonostante la morte della loro mamma. Per ora “i due orsi stanno bene e, soprattutto, sono ancora insieme”, rende noto il Parco nazionale con un post sui social.

“Tra circa un mese potrebbero separarsi, come avviene per gli altri giovani orsi che vengono smammati a primavera dalle loro mamme, o restare insieme il tempo giusto per darsi ancora sostegno e rimandare a quanto sono ancora più grandi la separazione. Da qui a poco tempo, dunque, non sarà affatto facile individuarli, non saranno diversi da tutti gli altri orsi della stessa età che si sono separati dalle loro madri. Sarà possibile essere sicuri della loro identità unicamente attraverso la genetica”.

Orsa Amarena uccisa da un bracconiere

Grazie alle analisi genetiche svolte dall’Ispra sui campioni raccolti in autunno è stato peraltro possibile stabilire che i due orsi, figli di Amarena, sono di fatto due maschi. “Oggi siamo felici della scelta di averli lasciati liberi in Natura- spiegano-, una scelta per nulla facile né scontata, ma l’unica opportuna per dargli la possibilità di essere due orsi marsicani selvatici, entrambi vivi al termine del primo inverno, anche senza la mamma”.

I cuccioli sono due maschi

Quale sarà il destino di questi due cuccioli di orso? “Al momento questo è impossibile dirlo. Possiamo essere sicuri che sanno orientarsi da soli, che non hanno bisogno del cibo e dall’uomo hanno bisogno solo di rispetto così come fatto fino ad oggi, senza dimenticare mai che sono solo due esemplari di una popolazione di circa 60 orsi che ce la stanno mettendo tutta per sopravvivere. Non dimentichiamoci che anche ognuno di noi deve fare la propria parte aumentando le conoscenze e la consapevolezza verso una coesistenza possibile, concreta e soprattutto rispettosa”, conclude il messaggio del Parco nazionale.