I detenuti del centro Italia lavoreranno per sanare le ferite dei terremoti

Le persone detenute in dieci province delle regioni Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria avranno l’occasione di lavorare nei cantieri di oltre 5.000 opere di ricostruzione pubblica e in quelli di 2.500 chiese danneggiate dal terremoto 2016. Lo stabilisce il Protocollo d’intesa siglato nella sede del Ministero della Giustizia. L’obiettivo del Protocollo, si legge in una nota, è quello di aumentare le opportunità di lavoro, strumento indispensabile per il pieno reinserimento sociale, di chi sta scontando una pena detentiva in 35 istituti del Centro Italia.
Individuare i detenuti idonei a questo compito
Il numero dei detenuti coinvolti dipenderà dal programma dei lavori e dai cantieri individuati. Le modalità di inserimento lavorativo verranno definite in base ai profili dei singoli detenuti e alle esigenze delle aziende. Al Commissario straordinario spetterà la funzione di raccordo delle attività, mentre il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria individuerà gli idonei e favorirà il loro inserimento in cantieri vicini alle strutture detentive. Ovviamente, in accordo con la Magistratura di sorveglianza.

Grande attesa per questo esperimento sul territorio
La Cei promuoverà, presso le imprese impegnate nella ricostruzione delle chiese, la manodopera da parte dei detenuti valutati idonei. Ance diffonderà alle proprie strutture e anche agli enti bilaterali del sistema, i contenuti del Protocollo. Anche Anci nei Comuni che ospitano strutture penitenziarie. Con il Protocollo definito anche un Comitato paritetico di gestione, composto dai rappresentanti dei firmatari, con il compito di promuovere e monitorare le attività previste dal documento e di coordinare le azioni degli enti e dei soggetti che hanno aderito.
Il ministro Cartabia: puntare sul reinserimento sociale
“Ricostruire gli edifici, per ricostruire anche le proprie vite e sentirsi parte della comunità – commenta il ministro Cartabia-. Ha un fortissimo significato simbolico il protocollo che permetterà ad alcune persone di uscire dal carcere, per lavorare nei cantieri dei paesi feriti dai terremoti. Attraverso il lavoro, il tempo della detenzione si orienta verso all’obiettivo costituzionale della rieducazione e del reinserimento sociale. Il lavoro in carcere è stata una delle mie priorità in questo anno e mezzo al Ministero. E sono particolarmente felice di questa firma”.