I grillini cacciati: non potete espellerci, non avete nemmeno un capo…

grillo e grillini (2)

I grillini indisciplinati verso le direttive del partito, insorgono. I “provvedimenti di espulsione dei senatori ricorrenti, unitamente al provvedimento del Presidente del Senato di assegnazione al Gruppo Misto”, sono “illegittimi e ingiusti”. Perché “contrari ai principi e alle regole che sovrintendono la democrazia costituzionale e parlamentare della Repubblica italiana”. E’ quanto si legge nella bozza del ricorso preparato dall’avvocato Daniele Granara su mandato dei senatori ex M5S, espulsi per non aver votato la fiducia al governo Draghi. “La fuoriuscita di un parlamentare dal Gruppo parlamentare cui è stato assegnato in ragione del voto popolare – scrive il legale – può avvenire solo per una libera scelta dell’interessato, rappresentando in tal caso (e solo in tal caso) una libera modalità di esercizio della rappresentanza della Nazione”.

E perché i grillini non si dimettono dal parlamento?

In ogni altro caso, “tale fuoriuscita, frutto di una costrizione esterna alla volontà del singolo parlamentare, costituisce un attentato alle scelte democratiche del Corpo elettorale”. Inoltre, rimarca Granara, nel momento dell’espulsione dei senatori, il M5S “non aveva alcun Capo politico”. Con il voto del 17 febbraio “l’assemblea degli iscritti al Movimento ha ratificato l’eliminazione di ogni riferimento al Capo politico nello Statuto del Movimento: tale figura dunque non sussiste più e non poteva svolgere alcun potere in ordine all’espulsione dei Senatori ricorrenti in data 18 febbraio 2021!”, si legge ancora nel ricorso.

Gravi difficoltà per i grillini espulsi

L’espulsione dei senatori dal Gruppo M5S secondo l’avvocato Granara “costituisce grave vulnus al principio di democrazia. Ed è suscettibile di riflettersi negli equilibri interni del funzionamento dell’assemblea parlamentare e delle Commissioni legislative e di inchiesta”. Questi elementi “si uniscono al grave danno che le espulsioni arrecano ai singoli senatori. Poiché si trovano immediatamente privati della collocazione politica loro assegnata dagli elettori. Venendo messi nell’impossibilità di incidere efficacemente sull’indirizzo politico della Nazione in conformità alle decisioni del Corpo elettorale”.

“Reintegrare i dissidenti nel gruppo”

Non da ultimo, “tali provvedimenti lesivi, ove non annullati e sospesi, costituirebbero un grave e pericoloso precedente per l’Assemblea. Nella quale in futuro ben potrebbe aversi la soppressione del dissenso attraverso espulsioni ingiuste, illegittime e immotivate”. “In definitiva, si tratta di provvedere su atti che rischiano di mettere in pericolo, anche in prospettiva, il principio democratico cardine della forma di Stato e della forma di governo parlamentare italiana”. Così prosegue il legale degli ex grillini, chiedendo alla Commissione contenziosa di Palazzo Madama di annullare la delibera di espulsione dei senatori reintegrandoli nel Gruppo M5S.