I medici a Speranza: al centro della sanità la salute e non i pareggi di bilancio

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Medici sul piede di guerra si rivolgono a Speranza. L’ultima goccia che rischia di far traboccare il vaso ora è il cosiddetto green pass. Che con la sua durata di sei mesi dalla vaccinazione, “escluderebbe di fatto i camici, vaccinati a gennaio, dalla possibilità di spostarsi, di accedere a servizi. E forse persino, in assenza del richiamo, dalla possibilità di stare in corsia. Creando, in ogni caso, problemi burocratici e organizzativi, in un contesto di scarsità di vaccini”.

Il disagio dei medici sottoposto al ministro Speranza

Ma il “disagio” denunciato dai medici, trasversale a tutte le componenti della professione, dagli ospedalieri ai dottori di famiglia, dagli operatori del 118 agli specialisti ambulatoriali, dagli specializzandi ai pensionati, dai medici delle Rsa a quelli dell’ospedalità privata, “è ormai intollerabile”. Tanto che il presidente della Federazione degli Ordini, Filippo Anelli, chiede al Governo di “aprire la questione medica”. E chiede di avviare un confronto tra i rappresentanti della professione e il ministro della Salute, Roberto Speranza.

I medici sono stremati

“I medici sono stremati”, sottolinea Anelli. “Tutti i medici, hanno fatto la loro parte – ricorda Anelli ripercorrendo un anno di pandemia -. Non solo sul versante professionale, ma anche su quello sociale, quali garanti dei diritti e unici punti di riferimento per i pazienti in un mondo che si era chiuso nel lockdown. E lo hanno fatto senza compensazioni di sorta. Continuando con gli straordinari non pagati, con i turni prolungati oltre la timbratura, con i giorni di ferie persi.

La federazione ricorda a Speranza i sacrifici dei medici

Con i compensi per attività nuove, come la vaccinazione anti-Covid per i medici di famiglia, fermi a quelli di vent’anni fa per attività ormai ordinarie, eppure rinfacciati dai media e dalla politica. Con modalità operative che trascurano le norme sulla sicurezza, sottoponendoli prima al rischio di contagio, ora alla recrudescenza delle aggressioni”. “Il sacrificio fatto dai medici durante la pandemia, con i suoi costi in termini di benessere psicofisico, di salute, di vite umane, non deve essere vano, deve essere compensato.

E’ il momento di rivoluzionare la sanità

E non parlo, non solo, del giusto riconoscimento economico. Va compensato con un diverso modo di intendere il sistema salute e, al suo interno e nel suo epicentro, il ruolo del medico e degli altri professionisti sanitari”. “E’ il momento di aprire e affrontare, anche a livello politico, la questione medica – auspica Anelli -. È il momento di una rivoluzione copernicana della sanità, che metta al centro non i pareggi di bilancio, ma gli obiettivi di salute, i professionisti e i cittadini.

Caro Speranza, basta tagliare e chiedere servizi al ribasso

Che non consideri gli operatori come “prestatori d’opera”, cui chiedere servizi al ribasso, ma come il cuore e il cervello del sistema di cure, modificandone l’attuale governance. Che garantisca la loro autonomia, la loro indipendenza, la loro responsabilità come sigilli della qualità delle cure”. E allora, i medici si appellano “ancora una volta al ministro Roberto Speranza, che sin dall’inizio del suo mandato, e poi durante tutta la pandemia, ci ha sempre fatto sentire il suo impegno e la sua vicinanza.

Il governo apra un confronto diretto con i medici

Apra, con i medici, un confronto aperto, permanente, diretto – conclude Anelli -. Ci permetta di portare a compimento quel ruolo di Enti sussidiari, di bracci operativi attraverso cui lo Stato garantisce i diritti dei cittadini. Ci permetta di fare la nostra parte, per avviare tutti insieme questa rivoluzione. Questa riforma del Servizio sanitario nazionale che è l’unica vera risposta al malessere dei medici e ai bisogni di salute dei cittadini”.