I medici alla sinistra: basta, in 10 anni avete chiuso 111 ospedali e 113 Pronto soccorso

ospedale san giacomo

“Nessuno si nasconda dietro un dito. Negli ultimi 10 anni, nonostante continui proclami a difesa della sanità pubblica, governi di tutti i colori l’hanno falcidiata. Lasciando campo sempre più aperto ai privati: 111 ospedali e 113 Pronto soccorso chiusi; 37 mila posti letto tagliati; migliaia di medici e professionisti sanitari in meno. E quindi 2,5 milioni di ricoveri non effettuati e 283 milioni di prestazioni non erogate. Sono i numeri di un declino inarrestabile, che rende impensabile tornare allo status quo ante. Ma si intende tutelare o meno lo status quo? E se sì, in che modo, considerata la gara tra chi promette di abbassare le tasse, e quindi i contributi per servizi pubblici essenziali come la sanità, le scuole, i trasporti?”. Lo chiedono i medici del sindacato Federazione Cimo-Fesmed ai partiti in vista delle elezioni politiche.

I medici: attendiamo di leggere i programmi elettorali

«Attendiamo con ansia di leggere i programmi elettorali. Augurandoci che la pandemia – e le sue conseguenze economiche – abbiano insegnato a tutti qualcosa”. Conclude Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed. “La sanità pubblica è sempre più in difficoltà. Liste d’attesa infinite, pronto soccorso presi d’assalto, personale sanitario esausto e sempre meno attratto dal Servizio sanitario nazionale. E poi, assistenza territoriale allo stremo, in attesa dell’annunciata rivoluzione grazie al Pnrr. E in questo scenario – nonostante due anni e mezzo di emergenza sanitaria, riconoscimenti, applausi e sfilate – sembra che nessun partito politico o coalizione in piena campagna elettorale si interessi al sistema e ai professionisti che devono tutelare la salute della popolazione”.

I medici invitano i partiti a inserire la sanità nei loro programmi

I medici della Cimo-Fesmed chiedono a gran voce ai partiti in vista delle elezioni politiche “che la sanità sia inserita in tutti i programmi elettorali. Non con slogan o promesse irrealizzabili – avvertono – ma prevedendo proposte concrete e realistiche che consentano di superare i principali problemi che stanno strozzando il Ssn”. Il sindacato pone alcune domande alla politica. “In che modo si intende superare la grave carenza di medici e professionisti sanitari? Come si intende incentivare chi lavora in ospedale, frenando una fuga dal Ssn che sta lentamente ma inesorabilmente svuotando la sanità pubblica di professionalità eccellenti? Quale riforma dell’organizzazione ospedaliera e dell’emergenza-urgenza si immagina per preparare le strutture alle prossime sfide di sanità pubblica, senza compromettere le attività di elezione?

Le molte domande alla politica

E poi, come si intende finanziare un Servizio sanitario nazionale sempre più costoso e meno sostenibile? Quale ruolo si prevede per la sanità integrativa? Quale grado di autonomia si intende riconoscere alle Regioni nella governance sanitaria? In che modo si intende valorizzare l’assistenza territoriale?”. “Le domande sono numerose, e le risposte di certo non semplici – commenta Guido Quici. Ma ci auguriamo che trovino spazio nei programmi elettorali di tutti gli attori in campo, in attesa del dibattito pubblico organizzato dall’Intersindacale della dirigenza medica e sanitaria in programma per il prossimo 14 settembre”.