I medici d’urgenza: il sistema sta crollando. Perché in passato la sinistra ha chiuso gli ospedali

medici di emergenza

I medici dell’emergenza lanciano l’allarme “sul possibile collasso” del sistema del pronto soccorso davanti all’avanzare dell’incremento dei casi Covid. Circa un mese fa, era il 17 novembre, la protesta in piazza a Roma a difesa dei pronto soccorso, del servizio di emergenza urgenza e del 118. “La quarta ondata Covid sta avanzando da Nord a Sud e con lei gli accessi nei pronto soccorso, luogo simbolo della lotta alla pandemia, il primo punto d’accesso all’ospedale. Avanza in mondo non drammatico, grazie al vaccino che contiene i numeri, ma costante. Anche se ci sono ospedali in cui si fatica a ricoverare i pazienti entro le 24-36 ore”. E’ l’allarme della Simeu, la Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza.

I medici: combattiamo la guerra senza le armi

“La realtà del Covid ci pone di fronte alle debolezze del sistema ad un prezzo durissimo – rimarcano i medici -. Si sta nuovamente partendo per combattere l’ennesima battaglia senza un adeguato esercito e senza le giuste armi”. Se pensiamo che negli ultimi anni l sinistra ha drasticamente ridimensionato il sistema sanitario, ci chiediamo perché oggi non corra a ripari. Oggi la maggior parte dei ricoverati per Covid sono persone non vaccinate. “Ciò che invece è drammatico – afferma Beniamino Susi, responsabile nazionale dei rapporti con le Regioni di Simeu e direttore del reparto d’urgenza a Civitavecchia-Bracciano – è l’impossibilità di ricovero di tanti pazienti non Covid.

Si stanno nuovamente riconvertendo i reparti in Covid

Si stanno convertendo reparti normali in reparti Covid – a volte e per forza di cose anche per pochi pazienti – e questo taglia il numero dei posti letto disponibili per altre patologie. La situazione sta peggiorando anche in regioni storicamente non calde da questo punto di vista. I medici sono stanchi, affaticati e vivono una quotidianità deprimente che giorno dopo giorno diventa sempre più insostenibile”. “Le risposte devono arrivare, ora davvero non c’è più tempo – avverte la Simeu -. È di oggi anche il nuovo caso di un pronto soccorso andato in tilt a Pescara per un eccesso di richieste di ricoveri in geriatria. I pazienti anziani continuano ad arrivare e non si riesce più ad accoglierli al punto che occorre dirottarli negli ospedali vicini”.

I medici: il sistema sta crollando

Insomma il sistema, secondo la Simeu, “sta crollando: cosa deve ancora succedere perché se ne renda conto chi potrebbe intervenire con provvedimenti urgenti e straordinari?” Secondo Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu, “bisogna accordarsi con il ministero dell’Università e della Ricerca affinché gli ospedali diventino luogo di formazione. E gli specializzandi vengano mandati e integrati nei servizi ospedalieri da subito. Se questo non accadrà i pronto soccorso rischiano veramente di chiudere”. Per questo occorre “una programmazione, una visione, una volontà di costruire e di permettere al personale dell’emergenza urgenza di fare bene il proprio lavoro. Intanto bisogna fare qualcosa subito. Anche i cittadini ci devono aiutare a reggere l’urto, a resistere o la quarta ondata rischia di essere lo scossone definitivo”.