I medici: “Il sistema ospedaliero sta crollando, 7 dimissioni al giorno. Dal 10 settembre in piazza”

medici in sciopero

Il grido di dolore dei medici. “La situazione è drammatica, siamo giunti al punto di non ritorno. Da varie regioni giungono notizie di disgregazione del sistema di cure, 7 medici ogni giorno rassegnano le proprie dimissioni dal sistema sanitario nazionale. Continuando così il rischio serio è l’impossibilità graduale, continua e irreversibile di accesso alle cure come sancisce la nostra Costituzione”. E’ il monito lanciato da Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, principale sindacato della dirigenza medica, che si dice pronto anche allo sciopero. “Ad oggi abbiamo ricevuto più di 2mila richieste di informazioni sulla procedura di dimissione dagli ospedali”, racconta durante un punto stampa a Roma. E annuncia lo stato di agitazione della categoria e una stagione di maxi mobilitazione.

“Prima di votare pensa alla salute”

“Il sistema ospedaliero sanitario italiano sta crollando colpito da scosse telluriche di intensità altissima – avverte -. Prima il Covid con le sue ondate e ora l’estate. I medici sono esausti, stanchi e in numero non sufficiente per poter garantire quelle cure di cui il cittadino ha bisogno e che devono essere garantite per legge in maniera indiscriminata. Senza distinzioni né di appartenenza geografica, né di collocazione, né di razza, né di sesso e né di età”. Con l’hashtag ‘#prima di votare pensa alla salute’, i rappresentanti dei medici del Ssn andranno nelle piazze italiane.

I medici: non ci fermermo a un solo giorno di sciopero

“Cominceremo dal 10 settembre a Torino e per tutto il mese – spiega Di Silverio – e fino all’insediamento del nuovo Governo, che non sappiamo quando sarà, procederemo a fare delle iniziative pubbliche. Rivolgendoci anche ai cittadini e non più solo alla politica nelle piazze delle più grandi città italiane. Non sarà più una mobilitazione unica, ma diverse mobilitazioni anche contemporanee in più città. E con tutti i medici e dirigenti sanitari e anche la cittadinanza a cui vogliamo far comprendere a fondo le cause del problema. Quando si insedierà il nuovo Governo, se non avremo risposte sicuramente arriveremo allo sciopero, alla sospensione” del servizio. “Ma non solo: non ci potremo fermare a un solo giorno di sciopero”.