I nomadi ancora padroni di Roma: furti in negozi e appartamenti

coppia romena

I nomadi tornano a spadroneggiare alla grande a Roma. Nell’ambito delle operazioni portate avanti dai carabinieri per contrastare illegalità e degrado nel centro storico, sono state arrestate due nomadi, di 20 e 22 anni. Le due erano peraltro già note alle forze dell’ordine. Le giovani, appena uscite da un condominio in via Appia Nuova, sono state trovate in possesso di arnesi da scasso. La successiva ispezione all’interno dello stabile ha permesso di accertare che le ladre si erano introdotte in un’abitazione al secondo piano, dopo averne forzato la porta d’ingresso. All’interno dell’appartamento, le complici hanno anche tentato, invano, di smurare una cassaforte. Poi però hammo recuperato quanto possibile nelle camere da letto.

Nomadi beccate dai carabinieri con arnesi da scasso

La refurtiva – orologi, anelli, collane e preziosi in oro, occultati in una borsa – interamente recuperata dai carabinieri. Ma non è finita pe rla povera ROma. Due cittadini cubani, di 17 e 29 anni, finiti in manette con l’accusa di rapina impropria. I due, entrambi disoccupati e con precedenti, dopo essersi introdotti in un negozio all’interno della galleria Forum Termini hanno occultato diversi capi di abbigliamento in una borsa e una volta scoperti hanno spintonato e colpito con uno schiaffo il personale addetto all’accoglienza, per guadagnare la fuga.

Furti nei negozi del centro

Altre nomadi in azione. Arresti anche per tre minorenni di 14, 15 e 16 anni accusati di furto aggravato in concorso. Le giovani bloccate dopo aver trafugato capi di abbigliamento, forzando le placche antitaccheggio, da tre negozi in via del Corso. Tutta la refurtiva recuperata dai Carabinieri. Infine, 4 cittadini del Bangladesh, tutti senza fissa dimora, sorpresi dai Carabinieri a vendere bottigliette d’acqua nell’area del complesso monumentale del Colosseo e sanzionati per complessivi 22.000 euro. Per loro è scattato anche il divieto di stazionamento, con contestuale ordine di allontanamento per 48 ore (cd. daspo urbano), poiché si trovavano all’interno dell’area riconosciuta patrimonio dell’Unesco. Caratterizzata quindi da presenza di monumenti e siti turistici, dove esercitavano attività commerciali illecite.