I pentiti fanno acciuffare i resti della Banda della Magliana (video)
Incredibile, a Roma rispuntano quelli della banda della Magliana, grazie ai pentiti. Ma finiscono nella rete dell’Arma.
Infatti si è svolta in nottata una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova, Lecce. La retata è arrivata anche in Spagna ed in Austria.
Nel mirino degli inquirenti sono caduti i membri di un’organizzazione criminale che aveva monopolizzato l’area a Nord della Capitale nel settore della gestione delle apparecchiature elettroniche per il gioco d’azzardo. 38 le persone arrestate, capeggiate da un ex componente della Banda della Magliana, Salvatore Nicitra.
Risolti cinque casi dell’80
Le indagini dell’Arma hanno consentito altresì di far luce su 5 cold case. Tutti verificatisi nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80, e nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Sequestrati beni per circa 15 milioni di euro.
Si basa anche su dichiarazioni fatte agli inizi degli anni ’90 da alcuni collaboratori di giustizia l’attività svolta dai pm di Roma per risolvere i cinque cold case, quattro omicidi e un tentato omicidio, in cui ha avuto un ruolo Salvatore Nicitra, ex esponente della Banda della Magliana raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il ruolo dei pentiti
Nell’ordinanza firmata dal gip Vilma Passamonti si fa riferimento alle dichiarazioni dei pentiti Giuseppe Marchese, cognato di Leoluca Bagarella, Antonio Mancini e Maurizio Abbatino (ex Magliana), rilasciate tra il 1993 e il 1995 sulla figura di Nicitra e in particolare sulla “lotta cruenta che ha portato la sua organizzazione ad imporsi sulle altre”.
Gli omicidi risolti si verificarono nel quartiere di Primavalle alla fine degli anni ’80 e uno all’interno dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. In provincia di Napoli a morire ammazzato fu Giampiero Caddeo, il 10 agosto del 1983. Avvenne a causa del crollo di una parte divisoria della sua cella. Esplode la bomboletta di un fornello a gas, innescato da Nicitra per uccidere Roberto Belardinelli che, in quel momento, era accidentalmente assente. L’altro cold case risale al 12 novembre del 1988 quando più uomini armati esplosero numerosi colpi d’arma da fuoco, in zona Primavalle, contro tre soggetti, tra i quali Paolino Angeli, colpito a morte, Franco Martinelli, che rimase ferito e Belardinelli il quale, a seguito di complicazioni successive, morì il 17 dicembre dello stesso anno.
Appena 12 giorni dopo,sempre in zona Primavalle, i killer colpirono a morte Valentino Belardinelli, fratello di Roberto. Nella circostanza, la vittima venne colpita con svariati colpi di pistola da due soggetti, mentre stava per rincasare insieme alla fidanzata Loredana Labrozzi, all’epoca incinta.
“L’individuazione di Nicitra quale mandante ed esecutore degli omicidi è stata possibile a seguito di un’approfondita rivalutazione delle dichiarazioni – scrive il gip – riscontrate da elementi oggettivi contenuti nei fascicoli d’indagine degli omicidi e dalle convergenti dichiarazioni di altro collaboratore di giustizia della medesima estrazione criminale”.