I pini di Roma stanno morendo. E gli amministratori se ne fregano

pini di roma

Contenuti dell'articolo

Un simbolo della città in ville storiche e quartieri residenziali: i pini di Roma sono un patrimonio arboreo che conta migliaia di esemplari in tutta la città. Da qualche anno un parassita proveniente dal Nord America, la cosiddetta cocciniglia tartaruga sta letteralmente divorando queste piante con un conseguente danno ambientale, oltre che paesaggistico e culturale, di proporzioni inimmaginabili. Calcoli alla mano, gli agronomi stimano che circa l’80% dei pini urbani sia a rischio a causa dell’invasione di questo micidiale killer, noto anche come cocciniglia dei Caraibi

I pini rischiano di essere soffocati dalla malattia

Devastante la grande quantità di melata che produce che va a ricoprire le chiome degli alberi succhiandone la linfa vitale. Con la formazione della fumaggine sui rami, è facilmente intuibile che la fotosintesi è in parte compromessa comportando il deperimento degli alberi fino alla loro morte. L’insetto alieno si è diffuso a Roma rapidamente dopo aver fatto la sua comparsa (e conseguenti danni) nel 2015 in Campania. Un problema che merita tutta l’attenzione possibile, come lamentano diversi cittadini dei vari quadranti della Capitale in cui sono presenti le piante di Pinus pinea, il pino domestico.

Il fenomeno diffuso in tutta la città

Un problema che riguarda anche la zona di Saxa Rubra, a ridosso dei confini urbani del Parco di Veio. Si tratta dell’area del XV Municipio compresa tra via di Quarto Peperino, via Adrianopoli, via Crisopoli, via Calcedonia, via Naisso, via Flaminia e ampie zone adiacenti. Qui un comprensorio residenziale, denominato I Pini di Roma, su iniziativa di un battagliero cittadino, Paolo Salonia, tra l’altro portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio, si sta dando da fare – privatamente – per evitare che una pineta vada interamente perduta.

Amministratori tiepidi per la sorte dei pini

”Dagli inizi di luglio – spiega Salonia all’Adnkronos – ho iniziato ad investire del problema diversi soggetti che, a mio avviso, potessero avere responsabilità e ruoli per affrontare la situazione con interventi risolutivi. Dal Parco di Veio ai Dipartimenti Tutela Ambientale del Comune e della Regione Lazio, dall’Arpa all’assessore all’Ambiente del Municipio XV e altri ancora. Finora quel che ho ottenuto è stato un sopralluogo da parte degli agronomi del Servizio Giardini del Comune di Roma che hanno confermato quanto sia seria la questione che investe circa 500 alberi. Ma niente di più”.

I comitati prenderanno provvedimenti da soli

Di fronte ai silenzi delle Amministrazioni competenti, Salonia ha deciso, coinvolgendo la comunità, di agire privatamente per contrastare la diffusione della cocciniglia tartaruga e salvare la pineta. ”Pur di tutelare un patrimonio, siamo pronti a rischiare anche multe salate per via del tipo di intervento che sarà deciso in seguito”. Lo dice Salonia che ”consapevole delle lentezze burocratiche, oltre che della spaventosa miopia degli amministratori”, ha intenzione di non gettare la spugna fino a quando non ci saranno risposte adeguate lanciando nel contempo una serie di iniziative.

La burocrazia ostacola la salvezza dei pini

In particolare la sua idea è di creare un network tra le associazioni che operano su questi temi. Auspicando che ”diventi un modello per i cittadini di altri quartieri con lo stesso problema”. Parlando di danno erariale, ”le autorità, a cominciare dalla Corte dei Conti, debbono mettere sotto la loro lente di ingrandimento quanto sta accadendo. Non riesco proprio a comprendere, né ad accettare – continua -, come ci si possa attardare su questioni burocratiche. Quando invece la natura e la sue dinamiche biologiche ci dovrebbero imporre tempistiche e approcci ecosistemici”.

Il comune di Roma non ha risorse

Al momento Salonia ha incontrato il responsabile del Consorzio I Pini di Roma. Che si è detto disponibile ad affiancare i cittadini con una iniziativa. La quale prevederebbe un intervento appropriato ed efficace affidato a una ditta specializzata per debellare la responsabile cocciniglia. Un nuovo incontro è stato fissato per settembre quando nell’assemblea dei rappresentanti dei condomini saranno stabilite le quote necessarie per pagare il lavoro. ”Un’azione puramente privata nel silenzio totale degli amministratori”, insiste Salonia.

Ci vogliono 70 anni per rifare i pini di Roma

”Ho appreso che il Comune di Roma ha risorse per un interventi solo su mille alberi. Ridicolo, se consideriamo che il grave problema interessa non solo Saxa Rubra ma tutta la zona sud/sud-ovest. Nel Municipio IX, Torrino, Mostacciano, Eur, a salire per tutta la Cristoforo Colombo”. “Allora, è ripartito il progetto Ossigeno della Regione Lazio per la piantumazione di 6 milioni di alberi. Io dico storniamo dall’investimento previsto di 10 milioni la cifra necessaria a salvare l’esistente, poi del nuovo ne riparliamo. Ci vogliono almeno 70 anni per rifare i pini di Roma”, conclude.