I ristoratori: finalmente tutti parlano di noi. Ora alle parole seguano i fatti

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Ristoratori soddisfatti. «Registriamo con piacere che tanti partiti, anche attraverso esponenti politici finora rimasti silenti, parlano ora con favore delle proposte di Mio Italia. Ed esprimono preoccupazione riguardo all’incombente funerale del comparto dell’ospitalità a tavola, che vale il 30% del Pil. Bene. Adesso è il momento della concretezza: alle parole devono seguire i fatti». Lo ha dichiarato Paolo Bianchini, presidente di Mio Italia, Movimento Imprese Ospitalità. «Siamo soddisfatti che oggi tutti parlano di costi fissi a fronte di locali chiusi, di indennizzi calcolati sulle reali perdite di fatturato, di blocco delle licenze di somministrazione, di abolizione del Durc, di riaperture dei ristoranti e addirittura di un “decreto Imprese”.

Ecco le proposte dei ristoratori per il settore

Tutto ciò, vale la pena ricordarlo, è contenuto nel documento elaborato dal centro studi di Mio Italia con le proposte per risollevare il comparto dell’ospitalità a tavola dalla crisi, presentato a febbraio al Presidente Draghi ed ai Ministri interessati», ha spiegato Paolo Bianchini. Aggiunge Ferdinando Parisella, segretario nazionale di Mio Italia. «Bene, come detto ora è il momento della concretezza. Servono i fatti e velocemente. I piccoli imprenditori attendono uno scostamento di bilancio veramente importante per un nuovo decreto Sostegni – o decreto Imprese – che dia risposte vere – una volta per sempre, ed entro il mese corrente – al comparto dell’ospitalità a tavola».

Centinaio (Lega): valutare subito le riaperture

“Protocolli seri, date certe una volta per tutte, e adeguati controlli così da garantire riaperture in totale sicurezza”. E’ quanto dichiara Gian Marco Centinaio, sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali. “Non si può accusare di essere irresponsabile chi chiede di ascoltare le proposte degli operatori di tanti settori messi in ginocchio dalla pandemia – sottolinea Centinaio -. Che non chiedono altro se non di poter tornare a lavorare. Certo bisogna tenere conto dei dati, ma se le proposte sono serie e realizzabili e se ci sono le condizioni si valutino le riaperture”.

Non si può ignorare il dramma dei ristoratori

“Non si può continuare a ignorare il dramma di categorie come i ristoratori, le partite Iva, di chi lavora nel turismo per fare soltanto qualche esempio. Bisogna accelerare la campagna vaccinale e mettere al più presto in sicurezza gli anziani e le persone fragili, ma allo stesso tempo va indicata una prospettiva al Paese. Alcune attività hanno bisogno di un’adeguata programmazione per poter ripartire. Non ci sono i partiti dell’apriamo tutto o del chiudiamo tutto – conclude Centinaio -. Va indicata una road map. Poi toccherà allo Stato fare lo Stato e assicurare che le regole vengano rispettate da tutti”.