I ristoratori italiani: ma due giorni di incassi non risolvono la crisi del settore….

parisella pasqua (2)

Dice, tutto esaurito ovunque. Mare, montagna e borghi. Ah certo, quindi secondo te e i “si dice”, due giorni di incassi avrebbero risolto la crisi del settore. Fossero anche stratosferici. Sai bene che un bilancio di azienda, si misura su un intero anno. Dice, che fai ancora ti lamenti? No, sbagli grosso. Sai bene che combatto ogni giorno. E per molteplici temi. A cominciare dai costi aziendali fissi, che sono anche esplosi vedi energia. Ma vedi, qui si sorride sempre e comunque. Sai la nostra vocazione è l’accoglienza e se ti ho abbracciato durante la pandemia(?), figurati oggi. Dice, ma tu sei tu. No caro, ti ringrazio per la considerazione. Qui si combatte davvero, dietro i sorrisi.

I “narratori” in guerra contro la cucina identitaria

Perché vedi che i narratori ogni giorno “spacciano” propositi contro l’eccellenza italiana, contro quella che ho definito cucina identitaria. Sono sempre gli stessi. Te ne sarai accorto, no? Dice, ah quella bella bionda, una scienziata che parla male di vino e bene di carne sintetica? Esatto. Quella che passata la pandemia che l’ha resa famosa, si è riproposta insieme a tutta la ghenga dei “vietatori” seriali per tornare sotto i riflettori che si erano spenti. E la cosa, non proprio buffa, è che sono sempre dello stesso schieramento politico illuminato, positivista, dawiniano, contrario alla libertà delle piccole imprese che non sono facilmente controllabili. È storia vecchia oltre un secolo. Bastava sentire ieri il filosofo (?) Galimberti. Riescono a razionalizzare ogni cosa, fino all’utero in affitto.

Ci chiedono: ma gli insetti fanno parte delle vostre tradizioni?

Spacciando (mi ripeto) il progresso come se non esistessero identità e infinite tradizioni a cui una parte consistente della nostra Nazione, non vuol rinunciare. Dice, ma sei andato a Bruxelles a cantargliele. Certo. E finché campo gliele canterò, non solo con la lingua italiana, ma soprattutto scegliendo ricette e prodotti italiani che ci hanno reso famosi nel mondo intero. La sai una cosa? In questi due giorni di lavoro pazzesco, sono passati tanti europei, americani, cinesi e anche russi. Tutti a chiedere di non mollare la grande bellezza. Hanno letto e si sono tradotti, i manifesti del  affissi nel mio locale, hanno fatto curiose domande sulla storia degli . La domanda sempre la stessa. Ma quelle cose, fanno parte delle vostre tradizioni?

L’altro tema da affrontare sono i giovani e il lavoro

Risposta, certo che no. Eccetto le “ciammaruche”. Cioè le lumache di terra, che in tante zone d’Italia sono apprezzate e proposte. Il tema non è il prodotto in valore assoluto, come dicono quelli. Ma le tradizioni identitarie che da noi variano a volte in cinque chilometri. Finisco va, perché ti ho sfinito. Questa è la mia trincea. E per tenerla in piedi sputiamo sangue, ormai da settantenni, perché i “ggggiovani” non vogliono faticare i sabati e le domeniche. Ma questo è un altro tema su cui ti sfinirò prossimamente…