I ristoratori romani: riaprire è una scommessa. Azzardata

I ristoratori di Roma, e del Lazio, sono dubbiosi. Così come del resto molti altri esercizi. Ma per i ristoratori è più complesso. Le spese sono corse in questi mesi, chi aveva dipendenti ha dovuto anticipare – se poteva – le casse integrazioni che non sono arrivate. Gli aiuti? Meglio non parlarne. Ma poi ora ci sono le regole dovute al coronavirus. Intanto, il distanziamento. Questo vuol dire che si perdono più della metà dei coperti. Sì, potranno aumentare i tavoli all’aperto. Per due mesi. A epoi? E chi i tavoli all’aperto non ce li ha e non ha la possibilità di metterli? E poi consideriamo che il lavoro da remoto annulla tutti i pranzi di lavoro, che erano una fetta importante di fatturato. I 450 cervelloni di Conte non ci hanno pensato? Poi le spese per rispettare i protocolli di sicurezza.
I ristoratori hanno dovuto tagliare il personale
Secondo i dati delle associazioni di categoria, tra ieri e oggi hanno riaperto quasi sette ristoranti su dieci. Ma con personale ridotto del 40 per cento, che vuol dire migliaia di posti di lavoro persi. Il Codacons poi denuncia un rincaro dei prezzi, soprattutto per quanto riguarda i bar. Ma questo era inevitabile. Affitti, bollette, mutui, non si pagano da soli. Le associazioni hanno chiesto al governo di prevedere soldi a fondo perduto proprorzionati agli incassi dell’anno passato. Vedremo che succederà, ma non siamo molto fiduciosi, vista la prova che ha dato finora il governo.

Il settore vaga nell’incertezza
Tutto il settore ora è nell’incertezza. Riaprire o posticipare l’apertura? Attrezzarsi e accettare la sfida? Ma soprattutto: non è che la spesa non valga l’impresa? Ossia, ci sono casi in cui riaprire potrebbe non essere economicamente conveniente. C’è da fare un’altra considerazione: molti, e sono la maggioranza, non hanno alternativa. Non solo perché hanno dipendenti, ossia famiglie che contano su di loro, ma loro stessi non potrebbero fare altro. Dopo aver investito soldi, lavorato duro per anni, puntato tutto su questa attività. Devono riaprire. Certo, non sarà più come prima, lo hanno detto tutti.
Chi rimarrà chiuso o apertura a data da destinarsi sono i ristoranti alto livello, come quelli degli alberghi di lusso, perché sono legati al flusso turistico di un certo tipo. Ma qui adesso di turisti non se ne vedono. E’ collegato con la curva del contagio, con la riapertura delle frontiere, con la percezione di sicurezza che l’Italia saprà dare. Insomma, obtorto collo, ma il settore, lentissimamente,, sembra stia ripartendo. Sarà l’estate il vero banco di prova.
(Foto: ristorante Gens Trebonia )