I sindacati non tutelano i lavoratori ma la sinistra: Salvini li precetta

salvini casco

Il governo precetta lo sciopero generale di 8 ore proclamato dai sindacati per venerdì prossimo, 17 novembre. Si conclude così, con Cgil e Uil che decidono di andare allo scontro con il governo, una giornata convulsa. Che l’epilogo di questo braccio di ferro potesse essere questo era già chiaro da ieri dopo il no dei leader sindacali, Landini e Bombardieri, alle richieste di riduzione di orario avanzate dal Garante sugli scioperi che non ha riconosciuto alla mobilitazione la qualità di sciopero generale a cui poter applicare le deroghe del caso.

Salvini riduce la mobilitazione da 8 a 4 ore

Matteo Salvini, il ministro dei Trasporti, ha firmato l’ordinanza con cui ridurre la mobilitazione da 8 a 4 ore, dalle 9 alle 13 per salvaguardare “il diritto alla mobilità di milioni di persone”, dice sollecitando, prima dell’ultima mediazione poi fallita, “un ultimo atto di buonsenso e rispetto per la stragrande maggioranza degli italiani” da parte, attacca, di “una estrema minoranza sindacale politicizzata che non può negare il diritto alla mobilità a 20 milioni di italiani”.

Nel mirino del governo infatti, soprattutto lo stop di 8 ore a turno, 24 ore complessivi, nel settore dei trasporti, da quello locale alle ferrovie, dal trasporto marittimo ai taxi, anche se è stato ritirato quello che avrebbe investito il trasporto aereo.

I sindacati isistono: abbiamo il diritto di scioperare

Ma Cgil e Uil tirano dritto: “Non sono venute meno le ragioni dello sciopero”, replicano uscendo dal Mit a mediazione fallita, riportando la mobilitazione alle ragioni del sindacato: una manovra miope e sbagliata che fa cassa sui pensionati. Ed è per questo che Landini non usa mezze misure per commentare la decisione di Salvini: “Siamo di fronte a un atto politico gravissimo” ed “è la prima volta nella storia del Paese che il governo pensa che sia possibile precettare il diritto di scioperare delle persone”, dice.

Dalla Uil contestazioni solo ideologiche

A fare due conti in tasca al governo, ci pensa il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Si scende in piazza per ricordare che in questo Paese c’è un tema che riguarda il salario. C’è la perdita del potere di acquisto del 15% di salari e di pensioni. C’è un intervento del Governo sul cuneo fiscale che non fa aumentare però i salari. Le buste paga di dicembre e gennaio saranno esattamente uguali. Avevamo chiesto il rinnovo dei contratti, avevamo chiesto la detassazione degli aumenti contrattuali, avevamo chiesto di parlare di contrattazione di secondo livello, non hanno fatto niente sulla sicurezza sul lavoro”, elenca.