Ignorato il Viminale, manifestazioni violente pro Palestina e contro Israele nel Giorno della Memoria

I pro Palestina hanno bellamente ignorato il Viminale e sono scesi in piazza contro Israele, ignorando anche il 7 ottobre oltre che il Giorno della Memoria. Scontri tra i manifestanti pro Palestina e le forze dell’ordine a Milano. I ragazzi in prima fila al corteo, non autorizzato perché concomitante con la Giornata della Memoria, hanno usato i bastoni delle bandiere per provare a serrare i ranghi e hanno lanciato contro le forze dell’ordine bottigliette e altri oggetti. Carabinieri e polizia hanno cercato di arginare i manifestanti con gli scudi, brandendo i manganelli. Bandiere, ‘free Palestina’ richieste di cessate al fuoco al Gaza e frasi contro Israele per un’ora e mezza i manifestanti hanno fatto pressione contro carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa.
Scontri con i violenti che chiedono la pace
La strada bloccata davanti e indietro da camionette, i manifestanti chiusi nel primo tratto di via Padova, alla fine è arrivato il contatto tra gli scudi e le prime file armate con le aste di plastica – ma noi pensiamo anche di legno – delle bandiere. C’è chi tra gli uomini in divisa si è visto costretto a usare il manganello mentre alcuni oggetti e bottigliette d’acqua sono state lanciate contro le divise. Ancora presto per la conta di eventuali feriti così come di possibili denunciati. In via Padova restate un centinaio di persone guardate a viste dal presidio di poliziotti e carabinieri, ma è scomparsa la tensione che si è a lungo respirata nel pomeriggio quando la trattativa per chiedere di passare è stata respinta.

Cortei non autorizzati contro il governo italiano
Dopo una doppia carica e scontri, durati alcuni minuti, i manifestanti lasciano, alla spicciolata, via Padova a Milano, dove concluso il corteo pro Palestina non autorizzato. Il presidio, iniziato alle ore 15, ha preso forza nei numeri fino alla decisione di muoversi, contraria a quanto chiesto dagli organizzatori che seppure “amareggiati” avevano spostato il corteo a domani alle ore 15 (data confermata) per rispettare le indicazioni del governo. Manifestazioni pro Palestina ci sono state oggi, però, in tutta Italia nonostante la richiesta di rinvio ad altra data del Ministero dell’Interno. Come da programmi, invece, ci sono state manifestazioni a Milano, Roma e Napoli, oltre a un sit-in a Cagliari.
La Questura di Milano non riesce a impedire la manifestazione fuorilegge
“Il dispositivo di ordine pubblico, diretto dalla Questura di Milano, operava una dinamica azione di contenimento” all’inizio di via Padova, “per resistere al violento tentativo di un gruppo di manifestanti di contravvenire alle disposizioni con l’intento di procedere in corteo in direzione esterno città”. La questura spiega quanto accaduto nel corteo pro Palestina. I poliziotti e i carabinieri “hanno fronteggiato quella porzione di dimostranti anche in virtù delle prescrizioni adottate ieri da via Fatebenefratelli secondo cui la manifestazione avrebbe dovuto avere luogo domani”. La Questura predisponeva “un rafforzamento dei reparti alle due estremità di via Padova in cui era contenuto il gruppo”, oltre 1.500. Poi il gruppo, dopo aver tentato di sfondare verso la periferia “si è mosso verso piazzale Loreto non riuscendo anche lì a superare il cordone di polizia”. Quindi ha avuto inizio un “graduale deflusso” dei partecipanti.
Anche un cartello pro Hamas dalla finestra
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“Qui segnalo che non faremo passi indietro rispetto alle intimidazioni e rispediamo al mittente le accuse infamanti di antisemitismo rivolte a noi con il tentativo di strumentalizzazione per delegittimare le iniziative in solidarietà con la Palestina”, prosegue un altro manifestante parlando alla piazza. Le accuse sono anche contro un governo bollato come “complice” di Israele: “Osano dare a noi lezioni di cosa è l’antifascismo quando abbiamo un presidente del consiglio che ha ancora la fiamma tricolore nel simbolo del partito e il presidente del senato con il busto di Mussolini”.