Il Bioparco di Roma a rischio chiusura batte cassa, la Giunta risponde ‘Sì’: un milione in più di ‘aiuto’, oltre a 2,2 (di mutuo) per il restyling

Roma, sullo sfondo la piantina del Bioparco, in primo piano il sindaco Gualtieri, l'assessore Alfonsi e l'assessore Alessandro Onorato

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Il Bioparco di Roma torna a chiedere aiuto per scongiurare il rischio chiusura. E il Campidoglio ha risposto ‘Sì’, ancora una volta, per la seconda volta in pochi mesi, aprendo il portafoglio (ma quello dei cittadini). Con la delibera n. 388 del 22 ottobre, la Giunta Gualtieri ha approvato un nuovo schema di convenzione triennale (2025-2027) tra Roma e la Fondazione Bioparco. Il cuore della decisione è economico: il contributo del Comune di Roma per il “benessere degli animali” passa dagli attuali 2,4 a 3,3 milioni di euro per il prossimo triennio 2025-2026-2027, con un incremento del 28% rispetto al periodo precedente, con fondi che graveranno sul bilancio capitolino fino al 2027.

In totale, parliamo di poco meno di un milione di euro in più tondi tondi. Una cifra tutt’altro che marginale per un ente che, secondo la stessa documentazione capitolina, «versa in una situazione di forte incremento dei costi di gestione e manutenzione». Ma parliamo di una cifra tutt’altro che marginale anche per lo stesso Campidoglio, su cui grava una condizione economica tutt’altro che rosea. Il Comune di Roma è commissariato per i prossimi tre anni per i troppi debiti accumulati in passato. Con il sindaco Gualtieri che riveste anche il doppio ruolo di primo cittadino e Commissario per il rientro dai debiti pregressi pari a circa mezzo miliardo di euro.

“Con nota del 19/12/2024 – si legge tra le carte del Comune di Roma – la Fondazione Bioparco, alla luce del considerevole incremento dei costi di gestione e manutenzione, ha rappresentato la necessità di un maggiore contributo da parte di Roma Capitale (…) per sostenere tale aumento dei costi. L’Amministrazione Capitolina, ritenendo valide le motivazioni esposte nella nota soprarichiamata, in sede di assestamento di bilancio ha incrementato la disponibilità finanziaria · fissata nel bilancio di previsione in € 2.433.121,22 • prevedendo uno stanziamento pari ad € 3.300.000,00 che grava sul C.d.R. 1ZZ, v.e. 0Z15, capitolo 1400027/460, per le annualità 2025, 2026, 2027”.

Un Bioparco da mantenere “a ogni costo”, sulle spalle di Roma e dei romani

La decisione della Giunta Gualtieri, se letta nel contesto degli ultimi anni, racconta una storia più complessa. Il Bioparco continua a sopravvivere solo grazie ai finanziamenti comunali. Dal Covid del 2020, che aveva azzerato gli incassi da biglietteria, a oggi, il Campidoglio ha già versato oltre 3,1 milioni di euro straordinari tra contributi e anticipazioni per scongiurarne la chiusura.

Il nuovo schema di convenzione conferma la linea: Roma continuerà a sostenere circa il 65% dei costi di mantenimento degli animali, pur trattandosi di una fondazione di diritto privato. Una scelta legittima ma politicamente sensibile, specie in un momento di estrema difficoltà finanziaria per il Comune.

Bioparco di Roma, i grandi assenti in Giunta: Gualtieri e Onorato

La delibera di Giunta è stata approvata ma con due assenze di rilievo. Erano difatti presenti il vicesindaco Silvia Scozzese e gli assessori Alfonsi, Battaglia, Funari, Lucarelli, Pratelli, Segnalini, Smeriglio, Veloccia e Zevi. È entrato a seduta in corso l’assessore Eugenio Patanè (Mobilità). Ma erano assenti sia il sindaco Roberto Gualtieri, così come – ancora una volta – l’assessore allo Sport Alessandro Onorato. Un’assenza doppia, quella di Onorato, che confermerebbe le presunte tensioni interne già da noi raccontate ad aprile, rispetto a tali stanziamenti, quando Onorato non avevano partecipato neppure al voto sul nuovo mutuo da 2,2 milioni di euro per il restyling del Bioparco.

Dai conti in rosso al mutuo per il restyling, ok a 3,1 milioni in più

Solo pochi mesi fa, ad aprile, la stessa Giunta difatti aveva già approvato l’accensione di un mutuo da 2,2 milioni per finanziare un progetto di riqualificazione dell’area zoologica: il “Sentiero della biodiversità”, il recupero di due edifici abbandonati e la sistemazione del laghetto interno. Un intervento ambizioso, da completare entro il 2027, anno che coinciderà con la fine del mandato e con le nuove elezioni comunali.

Ma quell’operazione, come ricordato nel nostro precedente articolo, non risolveva il problema di fondo: la crisi finanziaria strutturale della Fondazione Bioparco. Già allora, i conti risultavano in rosso, con bilanci altalenanti e ricavi insufficienti a coprire le spese ordinarie.

Ora, con l’aumento dei costi energetici e alimentari, la richiesta di nuovi fondi pubblici si è fatta inevitabile. Il risultato: Roma Capitale pagherà, ancora una volta, gran parte delle spese di gestione.

Una decisione politica, non solo economica

Al di là della motivazione tecnica, la delibera n. 388 porta con sé un evidente significato politico.
Il Bioparco, a oggi, rappresenta una delle vetrine più simboliche della città: un’area verde storica, meta di famiglie, turisti e scolaresche, situata nel cuore di Villa Borghese. Sostenerlo significa anche garantirsi una vetrina di consenso, soprattutto in vista del 2027.

La decisione di Gualtieri e della sua Giunta di aumentare il contributo annuale – pur in un contesto di tagli e indebitamento – solleva interrogativi sulla priorità delle spese pubbliche. Mentre Roma continua a ricorrere ai mutui per finanziare decine di parchi (“i 100 nuovi parchi per Roma”), il Bioparco assorbirà da solo oltre 3,1 milioni di euro complessivi tra fondi diretti e mutui in pochi anni

Un bene pubblico a gestione privata

La Fondazione Bioparco, nata nel 2004 dalla trasformazione dell’antica Bioparco S.p.A., gestisce il complesso in comodato gratuito per 99 anni, comprese le strutture, gli impianti e gli animali.
Pur essendo un soggetto di diritto privato, la fondazione vive quasi interamente di fondi pubblici, integrati da una quota di bigliettazione e sponsorizzazioni.

Un modello ibrido che la Corte dei Conti ha più volte definito “ammissibile”, purché sorretto da un interesse pubblico concreto. Nel caso romano, l’interesse pubblico coincide con la tutela degli animali e la funzione didattico-scientifica del parco. Ma resta aperta la questione della sostenibilità a lungo termine: quanto potrà ancora Roma farsi carico di un ente che, da vent’anni, non riesce a stare in equilibrio economico?

Verso il 2027: Bioparco vetrina elettorale?

Il cronoprogramma dei lavori mutuati e la durata triennale della nuova convenzione di Gualtieri (ma con Gualtieri assente) sembrano allinearsi perfettamente con il ‘calendario elettorale’. Entro il 2027, per la Giunta Gualtieri, il Bioparco dovrà essere non solo risanato, ma anche rinnovato nell’immagine: sarà davvero coì? Un obiettivo ambizioso, probabilmente irreale, che in ogni caso sarà finanziato con soldi pubblici e mutui che i romani continueranno a pagare per i prossimi decenni.

La scommessa del Campidoglio è chiara: salvare il Bioparco oggi per mostrarlo fino al 2027, come simbolo di una Roma più verde e sostenibile. Ma dietro le quinte resta una domanda inevasa: a quale prezzo per Roma e i romani?