Il blocco nazionale proposto da Matteo Salvini serve a tutto il centrodestra

Matteo Salvini

Se continua così solo Matteo Salvini sarà per il maggioritario. Con la sua proposta di federazione – che sarà stata pure un po’ brutale, ma è l’unica che c’è – il leader della Lega è andato a scoprire le carte. E purtroppo nel resto dello schieramento, sembra già resa alle logiche da proporzionale.

Eppure l’idea di un blocco nazionale da schierare in Parlamento per far capire agli usurpatori di Palazzo Chigi che l’opposizione non si divide con i soliti giochini sarebbe di assoluto fascino. Perché un conto è creare i partitoni che governano – che sono più facili da gestire con l’enorme potere che distribuiscono – altro è unire le forze nella battaglia di opposizione.

La proposta unitaria di Matteo Salvini

Finora il segnale unitario più forte, chissà fino a quando, è la decisione di non rispondere più alle convocazioni della commissione antimafia fino a quando la presiederà quello sconsiderato di nome Nicola Morra. Importante, certo, ma non tutto.

Perché li vorremmo vedere uniti nel fare coriandoli delle promesse a vuoto del governo Conte. Li vorremmo vedere stracciare in faccia al ministro Gualtieri l’articolo della manovra sulle marchette da un miliardo e trecento milioni di euro da distribuire ai parlamentari. Ci piacerebbe un blocco parlamentare in grado di fermare il Parlamento se prima di votare un altro scostamento di bilancio non si dice, euro per euro, a quali misure si vogliono destinare soldi che finora sono serviti a ben poco e a pochi.

Invece della sostanza, si ha la sensazione che alcuni pensino più alla forma. Che è ‘sta federazione? “E’ una trappola“, arriva addirittura a dire qualcuno senza rendersi conto che si tratta di un’accusa gravissima formulata al capo del partito più grande della coalizione di centrodestra. Il solito Brunetta straparla di Opa ostile e non si rende conto che se si continua con questi toni nessuno potrà togliere a Matteo Salvini la soddisfazione di prendere altri parlamentari dal centrodestra e diventare davvero di nuovo la calamita dello schieramento.

E’ inutile che Forza Italia recita la parte dell’offesa, con il redivivo Schifani, di recente proclamato consigliere politico di Berlusconi – insomma il Toti del terzo millennio avanzato – che intima di seguire la linea del capo in economia. Solo che gli azzurri hanno il 7 per cento e non il 37. Ci vorrebbe un po’ più di prudenza.

Il blocco nazionale serve a dire basta al governo Conte

Poche voci si sentono sulla proposta di blocco nazionale in parlamento. Solo Giro e Biancofiore tra gli azzurri dicono ed è un errore. La freddezza accostata agli appelli di Matteo Renzi a mollare l’alleanza di centrodestra inducono a cattivi pensieri.

Anche Fratelli d’Italia preferisce andare avanti per la sua strada, che però così potrà essere gloriosa per il partito della Meloni, ma rischiosa per il centrodestra e i suoi elettori. Ai quali non si può promettere solo una battaglia di tipo proporzionale. Trovate di nuovo la voglia di vincere, per piacere.