Il bluff della galleria di Roma nord. Non servivano cinque mesi
Era un bluff. Si riapre il 3 marzo.Non servivano cinque mesi di lavori per mettere a posto la galleria Giovanni XXIII. Il tunnel più famoso di Roma sentiva il peso del tempo e aveva bisogno di interventi urgenti. Per garantire più sicurezza alle centinaia di migliaia di automobilisti e centauri che lo percorrono ogni giorno. Ma quando la sindaca Virginia Raggi e l’assessora Meleo avevano illustrato il primo cronoprogramma dei lavori era scoppiata la rivolta a Roma nord. E non solo, visto che quella galleria è indispensabile per garantire un traffico un po’ più fluido in tutta la città. Cinque mesi di stop per entrambi i sensi di marcia, un tempo che subito è apparso a tutti sproporzionato. Anche a chi non ha esperienza di lavori pubblici e di cantieri. Con il rischio di un vero e proprio collasso della circolazione. E del fallimento di decine di esercizi commerciali, improvvisamente diventati troppo difficili da raggiungere. Così è scattata la protesta del gruppo di Fratelli d’Italia del municipio 14, e il consigliere Massimiliano Pirandola insieme ai suoi colleghi del parlamentino di Roma nord ha raccolto in pochi giorni centinaia di firme. Che sono giunte anche in Campidoglio. Ed è arrivata la retromarcia a cinque stelle.
Non servivano cinque mesi
In una seduta di commissione infuocata al comune di Roma cambiano idea. Si possono iniziare i lavori anche da un lato solo, e si sceglie la canna nord. In poche parole quella che sale verso la Pineta Sacchetti. E si può fare tutto in quarantacinque giorni al massimo, lavorando anche di notte. Bene, ma non ci si poteva pensare prima? Magari senza costringere i cittadini che già hanno mille pensieri all’ennesima mobilitazione. O rinviando i lavori per la messa in sicurezza a luglio, a scuole chiuse e dopo l’europeo di calcio. Questa la proposta avanzata dalla consigliera capitolina di FDI Lavinia Mennuni, rimasta inascoltata. Chiusura dal 20 gennaio quindi, e almeno per i primi giorni caos totale. Meno male che ancora non c’era l’emergenza da coronavirus, ma per gli automobilisti romani è stato comunque un calvario. Che forse si poteva evitare.
Il bluff termina il 3 marzo
Il 3 marzo la galleria Giovanni XXIII riapre. E’ questo l’annuncio dato direttamente dal Campidoglio. Con annesse dichiarazioni trionfalistiche della Raggi e dell’assessora ai lavori pubblici di Roma capitale. I tempi sono stati rispettati, e questa per chi vive a Roma è già una buona notizia. Ma il consigliere Massimiliano Pirandola vuole vederci chiaro su quello che è apparso un bluff. E sapere quali opere di messa in sicurezza sono state realizzate, e per quali invece si è scelto semplicemente un rinvio. Certamente il tunnel avrà un asfalto nuovo con una migliore capacità drenante del precedente. Quindi maggiore sicurezza quando piove. Ma il murales apparso appena tre giorni fa di notte nel traforo tirato a lucido non lascia tranquilli. Come è accaduto che qualcuno sia potuto entrare così facilmente nell’area di cantiere? Chi ha effettuato la vigilanza sui lavori nelle ore notturne? Queste le domande che Pirandola ha portato direttamente in commissione trasparenza del municipio 14. Insieme ad altre questioni, certo non meno importanti. Infatti secondo l’esponente locale di FDI non sono stati modificati e aggiornati gli impianti di sicurezza, colonnine SOS e sistema di aerazione e ventilazione del tunnel. Per fortuna, almeno per ora non ci saranno neanche i tutor. Ma prima dell’estate dovrebbero arrivare comunque. Considerando le decine di migliaia di macchine e scooter che ogni giorno passano da quelle parti, in Campidoglio qualcuno si starà già sfregando le mani.