Il campione di arti marziali anti-doping Danovaro minacciato: lui non si fa intimidire e rilancia

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Lo hanno minacciato tante vole per la sua battaglia anti-doping nllo sport, ma lui non si è mai spaventato e tanto meno arreso. E’ Bruno Danovaro, ligure ma milanese di adozione, campione di arti marziali e protagonista di lotta contro le droghe nello sport. “Ho combattuto per tutta la mia vita chi crede di ottenere risultati attraverso scorciatoie e pratiche illegali che falsano gli esiti sportivi, danneggiano il corpo di chi li usa. In alcuni casi portano anche alla morte. Sono sempre contro chi promuove prodotti dopanti e così da settimane un gruppo di persone ha iniziato a minacciare di morte me e miei familiari. Addirittura, mi hanno seguito e fotografato per intimidirmi, mi hanno inondato di insulti nei social, mi hanno denigrato con i miei sponsor e con dei giornalisti del settore.

Metodi molto pesanti verso chi denuncia il doping

Ma non mi sono lasciato intimidire, ho denunciato queste persone, e con coraggio vado avanti per la mia strada. Cercando di portare avanti i valori e la vera cultura sportiva tra i giovani”. A dirlo Bruno Danovaro, imprenditore, pluricampione del mondo in alcune discipline di arti marziali, categoria pro. Nel judo dal 1981 vanta una carriera sportiva, costellata di numerosi successi professionali, più volte finalista ai campionati italiani ed internazionali sotto l’egida della federazione ufficiale italiana. Detiene anche diversi record mondiali nella pesistica, alcuni tutt’ora imbattuti, ed è Gran maestro di Kyokushin, karate, Mma, lotta libera olimpica, judo, bjj, grappling e ha un altro record di imbattibilità in 112 matches arti marziali categoria pro.

Danovaro denuncia pubblicamente le pratiche antisportive

Danovaro, spesso, negli incontri con i suoi allievi, con gli studenti nelle scuole e in alcune apparizioni in tv nazionali, ha denunciato le pratiche antisportive dovute all’utilizzo di prodotti dopanti, sempre più diffuse in molte palestre. Rincuorato dagli attestati di stima ricevuti, aggiunge: “Stanno distruggendo la vita di molti ragazzi. Mi minacciano perché ho sempre combattuto questi veleni. Difatti, ho detto sempre a chi mi segue, che solo il duro lavoro può far diventare un vero atleta, al di là dei risultati, dei premi e dei soldi. Bisogna isolare chi propone queste sostanze pericolosissime per mero vantaggio personale danneggiando la salute degli altri”. “Negli ultimi mesi mi hanno preso di mira – prosegue Danovaro – ­prima con semplici insulti, con una campagna denigratoria giornaliera.

Una persecuzione vigliacca contro il campione e la sua famiglia

Poi contattando anche alcuni miei sponsor e riuscendo tramite pressioni e minacce di boicottaggio a farmi perdere un contratto, procurandomi anche un danno economico. Hanno proseguito anche contattando dei giornalisti del settore cercando di far capire loro che non ero un vero campione come avevano scritto. Tuttavia, questi giornalisti, dopo aver approfondito, si sono resi conto che si trattava solo di fandonie inventate contro di me. Visto che proseguivo a combattere il doping hanno iniziato a minacciarmi di morte, alludendo a possibili incidenti e lo stesso hanno fatto con alcuni componenti della mia famiglia. Poi hanno preso a seguirmi e fotografarmi, con condotte persecutorie. Si tratta da persone che spesso, si muovono in gruppo, sono combattenti nelle arti marziali con imponente stazza fisica, ed alcuni hanno anche precedenti penali.

Denunciare chi promette vittorie facili in cambio di denaro

Ho dovuto cambiare abitudini, e ho chiesto un decreto di allontanamento per questi personaggi dai luoghi da me frequentati. Ora aspetto che le autorità competenti intervengano, sperando non sia troppo tardi. Mi auguro – conclude Danovaro – che i giovani che intraprendono le mie stesse discipline sportive o altre, non si facciano fuorviare e scelgano la vita, la lealtà, l’integrità. Chi tenta di condizionarli, utilizza queste discipline solo per commettere atti di violenza e prevaricazione e ha solo un interesse economico perché vuole vendere i propri prodotti. Se tutti rifiutano di truccare i propri risultati, le soddisfazioni poi saranno maggiori. Lo sport è onesto: vinci o perdi, ma senza compromessi. E io ho sempre avuto problemi ad accettare qualsiasi compromesso. Denunciate anche voi giovani chi vi vuole vendere vittorie facili, senza fatica”.