Il caso De Angelis prova che la destra si sta consegnando mani e piedi ai deliri della sinistra

Le dimissioni di Marcello De Angelis confermano solo una cosa: che in questo Paese la sinistra può dire alla destra chi si deve dimettere e chi no. E confermano che la destra non vuole o non può proteggere i suoi. Basta vedere chi esulta, chi dice che aveva ragione a chiedere le dimissioni di De Angelis: Pd, Calenda, D’Amato, Boldrini, la sinistra estrema e altri di questo genere. Dimissioni poi perché? Perché aveva espresso liberamente i propri dubbi sulla strage di Bologna? Ma quella vicenda sembrava superata. Allora la stampa di sinistra è andata a cercare canzoni vecchie di decenni per trovare il classico pelo nell’uovo. Trovandolo in una canzone, “Settembre nero”, dichiaratamente filo-palestinese. Ma i terroristi palestinesi sono sempre stati coccolati e appoggiati dalla sinistra italiana, solo De Angelis non lo può fare?
La sinistra italiana è sempre stata filo-palestinese
Ma a parte l’eterna diatriba sui terroristi palestinesi, sulla quale ognuno ha la sua opinione, De Angelis è un cantautore, un artista creativo. Come quello che disegna sul Fatto Quotidiano: che può insultare pesantemente la sorella di Giorgia Meloni, il marito, mettere in mezzo la figlia minorenne: ma questa per la sinistra è “satira”, libertà di pensiero. E le canzoni di De Angelis non sono la stessa cosa? Non ha diritto anche lui a fare arte come il vignettista del Fatto? No, solo la sinistra può farlo e per giunta dettare alla destra le sue liste di proscrizione chiedendo – e ottenendo – le dimissioni di chi dice cose contrarie ai diktat progessisti e politicamente corretti. Non ci siamo, non è democrazia questa, e una destra che si fa imporre le dimissioni dei suoi uomini per colpe che non hanno, non è una destra. Così non va.

La destra scimmiotta la sinistra pure su Vannacci
Ci sono riusciti pure col generale Roberto Vannacci, che aveva scritto cose che gli elettori della Meloni pensano ma hanno timore di dire. Il generale è stato “avvicendato” dall’Istituto Geografico Militare perché così aveva chiesto la sinistra. E il ministro della Difesa Crosetto, che i suoi uomini li dovrebbe difendere. è stato invece il primo a scagliarsi contro il generale senza probabilmente neanche aver letto il libro. E’ Crosetto che si sarebbe dovuto dimettere dopo tutto questo. Quanto continuerà ancora la destra a sacrificare i suoi esponenti che esprimono un pensiero? La destra così si sta consegnando ai deliri politicamente corretti di Boldrini, Schlein e compagni, nell’ossessivo timore di non essere accettata dalla loro dottrina buonista. Dimenticando che vinto le elezioni e che quindi è al governo. Chi sarà il prossimo?