Il cimitero Flaminio sospende le cremazioni. Troppi i defunti in attesa nei ‘depositi’

Dopo tante polemiche, è arrivato lo stop ufficiale da parte dell’Ama ad ogni futura cremazione al cimitero Flaminio a Prima Porta. Motivo di questo provvedimento eccezionale, il fatto che le stanze nelle quali i defunti attendono di essere crenati sono troppo piene. Mettendo in pericolo la sicurezza dei lavoratori. Sembra assurdo, ma a Roma siamo veramente a questo punto. E che la situazione stesse sfuggendo di mano si era già capito da un pezzo. Con le file dei carri funebri all’ingresso del cimitero, e le crescenti tensioni tra gli operatori e gli impresari delle pompe funebri. Nella costernazione dei familiari, costretti persino ad arrangiarsi per portare i propri cari scomparsi fino al loculo. O a dotarsi di funi per provvedere a calarli nella fossa. Molteplici le cause, tra le quali non ultima la penuria degli addetti. Tra chi è andato in pensione, chi ha la 104 e altri che sono in malattia. Anche per il covid. Così la stessa Ama si è affrettata a precisare che dopo la recente delibera comunale che ha approvato gli ultimi tre bilanci dell’azienda di via Calderon de la Barca, i concorsi verranno sbloccati. Ma intanto l’emergenza rimane, anche perché dei forni adibiti alle cremazioni ne funzionerebbero solamente due. Un’odissea che coinvolge le famiglie di circa 180 defunti. Mentre per le norme di sicurezza – e aggiungeremmo per la decenza – non dovrebbero essere più di 60.

Scandalo al Cimitero Flaminio, ora siamo alle tumulazioni fai da te

Scandalo al cimitero Flaminio, le salme depositate per giorni prima di essere cremate

Aspettano giorni per essere cremati. Questo avviene per tanti defunti a Roma, per lo stato di collasso di questo servizio al cimitero Flaminio. Certo, anche a causa del covid l’indice di mortalità nell’ultimo anno è aumentato. Così come le richieste di essere cremati. Ma tutto questo non era impossibile da prevedere per tempo. E l’Ama ancora una volta sembra essere arrivata in ritardo. Così adesso è tutto fermo, fino a nuova indicazione. E per le famiglie dei defunti già provate dal dolore, si presenta anche l’onere di approntare un viaggio. A Viterbo, Civitavecchia o in qualche altro camposanto attrezzato fuori Roma. Con spese spesso superiori ai 1000 euro. E non alla portata di tutti. Tutto ciò mentre l’Ama prova a sminuire i problemi di Prima Porta. “Al fine di ridurre il numero di salme in giacenza per cremazione, a seguito dello straordinario flusso in entrata registrato negli ultimi giorni, da domani (oggi per chi legge ndr) e per i giorni strettamente utili, verranno privilegiate tutte le forme di sepoltura alternativa. Dandone ampia comunicazione alle agenzie funebri” – scrive l’azienda di via Calderon de la Barca in una nota. E neanche da morti, possiamo essere liberi di decidere come ci pare.
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