Il Circolo sportivo di Roma Nord in “guerra” con la Regione per gestire 500 metri di ‘spiaggia’ sul Tevere vista Foro Italico

Roma, una battaglia a colpi di ricorsi amministrativi si è accesa per la gestione di circa 500 metri di ‘spiaggia‘ del fiume Tevere, sponda destra, nel tratto che va da Ponte Duca d’Aosta al Ponte della Musica, proprio di fronte al celeberrimo Foro Italico. Al centro del contenzioso, la gestione di un’area pubblica concessionabile, strategica e molto redditizia vista la zona di pregio in cui ci troviamo, gestita dalla Regione Lazio. Un’area evidentemente ambita da due realtà associative con progetti di riqualificazione contrapposti.
Il Circolo Roma Nord ha impugnato la decisione della Regione Lazio che, con una decisione del 20 gennaio 2025, ha assegnato la concessione esclusiva dell’area a un’associazione della zona che distribuisce generi alimentari.

Il Circolo Roma Nord ha visto la propria domanda, al contrario, rigettata il 29 gennaio 2025 per presunta “improcedibilità”. Il Circolo sportivo ha avviato una serie di azioni amministrative per contestare la trasparenza della procedura adottata dalla regione Lazio e ottenere accesso integrale alla documentazione istruttoria.
Il Circolo di Roma Nord in pressing sulla Regione per gestire 500 metri di Tevere
Il primo passo del Circolo è stato formale: il 3 febbraio 2025 ha presentato un’istanza di accesso agli atti, chiedendo tutti i documenti relativi alla concessione, comprese le proposte presentate dalla controparte. La Regione Lazio ha risposto solo parzialmente, trasmettendo parte della documentazione il 5 marzo 2025, in seguito all’opposizione della società risultata vincitrice del bando, che ha rivendicato la tutela di presunti segreti tecnici e commerciali contenuti nei suoi elaborati progettuali.
Ma il Circolo Roma Nord non si è fermato e, con ricorso al Tar del Lazio del 5 marzo 2025, ha impugnato la decisione, sostenendo che l’accesso completo fosse essenziale per esercitare pienamente il proprio diritto di difesa.
Il verdetto del Tar su quei 500 metri di Tevere: “Tutti gli atti siano pubblici”
Il contenzioso è giunto al suo primo esito processuale con l’udienza decisiva tenutasi il 10 giugno 2025. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha accolto integralmente l’istanza del Circolo Roma Nord. Nella sua ordinanza, i giudici hanno riconosciuto che la documentazione richiesta è strumentale alla tutela giuridica dell’associazione ricorrente.
Secondo il TAR, la Regione ha omesso una valutazione autonoma sulla legittimità della richiesta di segretezza opposta dalla controparte. La semplice affermazione che i documenti contenessero know-how non bastava a negare l’accesso, soprattutto in assenza di perizie o motivazioni dettagliate. Il diritto alla difesa, ha sottolineato il Tribunale, prevale in casi in cui la documentazione sia decisiva per contestare la regolarità di una gara pubblica.
Una vicenda dai contorni opachi
La decisione del TAR evidenzia un problema più ampio: la gestione poco trasparente di procedure comparative su beni pubblici. L’accesso parziale agli atti ha finito per ostacolare la possibilità, da parte del Circolo Roma Nord, di conoscere pienamente le basi su cui un bene pubblico è stato concesso a una società concorrente.
Il Tribunale ha ordinato alla Regione Lazio di consegnare la documentazione al Circolo sportivo di Roma Nord entro 30 giorni. Quindi entro il prossimo 24 luglio. La Regione dovrà mostrare tutta la documentazione richiesta. Comprese le integrazioni progettuali fornite dalla società vincitrice durante il procedimento. Un provvedimento che potrebbe ribaltare gli equilibri della concessione e riaprire completamente la partita per l’assegnazione dell’area golenale.
Prossime mosse, il Circolo di Roma Nord avrà le carte entro il 24 luglio
Il caso non è chiuso. Il Circolo Roma Nord potrebbe – alla luce dell’accesso a tutte le carte – contestare sia l’istruttoria che i criteri con cui è stata selezionata la proposta della società concorrente? Sì, potrebbe. E, nel caso, lo stesso Circolo potrebbe anche promuovere un nuovo ricorso? Sì, anche in questo caso.
Nel frattempo, l’area in riva al Tevere rimane sospesa tra diritto e burocrazia. Con due realtà associative pronte a sfidarsi fino all’ultimo grado di giudizio per il controllo di un territorio. Un’area che, al di là della sua valenza urbanistica, è ormai simbolo di una disputa più ampia. Quella sul corretto utilizzo del patrimonio pubblico e sulla trasparenza delle istituzioni pubbliche.
