Il Codacons all’attacco su ristoranti e matrimoni: divieti illegittimi se non arbitrari
Il Codacons consumatori all’attacco su ristoranti e matrimoni. Con due diversi ricorsi depositati al Tar del Lazio, il Codacons ha impugnato il Decreto legge n. 52 del 22 aprile 2021 relativo alle riaperture delle attività economiche. Con il primo ricorso il Codacons contesta la parte del decreto in cui, con riferimento alle attività dei servizi di ristorazione, si limitano le riaperture ai soli ristoranti dotati di spazi all’aperto. Con il secondo decreto si solleva la questione delle imprese operanti nel settore dei matrimoni, ingiustamente escluse dalle riaperture.
Il governo penalizza i ristoranti al chiuso
“Il Governo ha deciso di escludere dalla riapertura – per il periodo dal 26 aprile al 31 maggio 2021 – le attività dei servizi di ristorazione al chiuso. Senza un estratto in sintesi dei contenuti delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico. Senza una sintetica relazione in cui si chiariscono le evidenze scientifiche poste alla base della sospensione delle attività di ristorazione al chiuso. E senza una specifica istruttoria sulla situazione epidemiologica del Paese e sul contesto socio-economico.
Mancano adeguate motivazioni
Dinanzi a provvedimenti di tipo amministrativo, in assenza di istruttoria tecnico-scientifica e di pareri presupposti giustificativi, perciò, in carenza di adeguate motivazioni, essi si mostrano come atti ingiustificati. Se non addirittura arbitrari. Perché se la P.A. determina chiuse alcune attività e aperte altre deve dare adeguata motivazione del differente esercizio del potere”. Lo si sottolinea nel ricorso relativo ai ristoranti. “Da quanto rilevato – continua – emerge l’illogicità e la contraddittorietà.
Alcune attività aperte, altre chiuse senza motivo
Laddove, per lo stesso arco temporale, da un lato si limita gravemente l’esercizio dell’attività di impresa per i locali che hanno spazi adeguati ma solo interni. E dall’altro si consente l’apertura al chiuso per sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, live-club. A condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro”.
Il Codacons chiede di annullare i provvedimenti
Il Codacons ha dunque chiesto al Tar di annullare in parte i provvedimenti impugnati previa sospensione cautelare e adozione di misure cautelari, e in via subordinata di voler sollevare questione di legittimità costituzionale, previa delibazione della rilevanza e non manifesta infondatezza, nei confronti dell’art. 4 decreto-legge 22 aprile 2021 n. 52 per violazione degli artt. 2, 3, 24, 41, 113 Cost.