Il coronavirus dopo Zingaretti: starsene a casa

Zingaretti Coronavirus da pagina Fb state a casa

Se quella che è la massima autorità della regione in campo sanitario, Zingaretti, è colpita dal coronavirus, è normale sentirsi più fragili. Il discorso si fa maledettamente serio, perché nell’immaginario collettivo il governatore dovrebbe essere straprotetto dai medici. C’è chi ha persino scritto “a lui il tampone e a noi no”. Gliel’hanno fatto perché stava male, non per sfizio o privilegio.

Ieri ho parlato al telefono con Nicola e non ho avuto il coraggio di chiedergli come pensa di averlo beccato, quell’ospite sgradito. Riflettendo poi che sarebbe stata inutile ogni risposta, perché l’agguato del coronavirus – ormai è evidente – può arrivare da qualunque parte.

Zingaretti ha fatto bene a dire del coronavirus

Quel che va detto è che in realtà nessuno è al sicuro e bisogna fare meno gli spiritosi. E probabilmente Zingaretti ha anche fatto bene a dichiararlo pubblicamente, sfuggendo così alle inevitabili indiscrezioni che fanno eccitare ogni volta che si arriva alla gola di un personaggio potente.

Ha fatto bene perché c’è un clima brutto. Chi è contagiato sembra quasi doversene vergognare: “Non mi infettare, stai lontano”. È ignoranza. Dal virus si può guarire.

In un bar per prendere il latte senti un signore: “E adesso che succede?”. È la domanda più ovvia che si può fare nel momento in cui apprendi appunto del “potente” in difficoltà. Se è successo a lui…

Qui la politica non c’entra nulla riguardo alle opinioni di ciascuno di noi. C’entra – eccome se c’entra – la modalità di lavoro. Col popolo che ti circonda. Ora ci sono pure i selfie.

Zingaretti in queste settimane è apparso quasi maniacale nel sottolineare la necessità di comportamenti individuali da osservare in maniera rigorosa. Il problema è proprio quella minima precauzione che ti sfugge e ti colpisce.

Ci vorrebbe il coraggio di dire di starsene a casa

Ci vorrebbe un atto di coraggio. Starsene a casa o uscire il meno possibile. Soprattutto a Roma. Un paesino lo chiudi e ci metti polizia, carabinieri, esercito a impedire l’uscita. Se il coronavirus si piazza ai semafori della Capitale hai voglia a scapparne. Far passare la nottata diventa imperativo, Perché se il mozzico arriva davvero come è successo a Zingaretti sono cavoli amari per tutti.

Infine, un’avvertenza più “politica”. Che riguarda proprio il partito di Zingaretti. Il Pd dica ai suoi dirigenti, dal segretario romano Casu, a quello del Pd Lazio Astorre, e perfino al gruppo parlamentare  alla Camera, di infischiarsene degli scemi. Era incredibile ieri vederli inseguire i tweet più barbari contro Zingaretti e il sangue che trascinavano con loro. Ma che ve ne frega…

Pensate alle tante persone solidali di diverso orientamento politico rispetto al vostro. Che bello quel “forza!” rivolto al segretario del vostro partito, vergato da una combattente come Giorgia Meloni. Ecco, c’è bisogno di esempi di cui essere fieri e non di hater più o meno anonimi da rendere famosi.