Il coronavirus porta allo Spallanzani il vertice dell’Aifa

Aifa coronavirus

L’Aifa avrà qualche difficoltà in più per testare i farmaci anti coronavirus. Il direttore generale dell’agenzia, Nicola Magrini, stando a fonti della ricerca, sarebbe già ricoverato (o in procinto di esserlo) all’ospedale Spallanzani. Anche lui positivo al male che sta angosciando l’Italia.

A quanto si è appreso, anche la moglie dovrebbe essere ricoverata.

Anche il direttore dell’Aifa azzoppato dal coronavirus

Magrini, nominato a gennaio scorso direttore generale dell’agenzia del farmaco su proposta del ministro Speranza accettata dalle regioni, si sarebbe sentito male tra sabato e domenica. E dopo un consulto avrebbe deciso di farsi vedere proprio dall’istituto per le malattie infettive di Roma.

Il manager viene dal serbatoio emiliano e ha svolto un’intensa attività professionale. Ora i suoi colleghi sono in uno stato di comprensibile allarme per la situazione, anche perché non se ne conosce appieno  la gravità. Probabilmente saranno necessari accertamenti diagnostici, perché non si comprenderebbe altrimenti il ricovero in ospedale.

La notizia, ovviamente, avrà riflessi sull’agenzia, perché dovrà cominciare l’indagine di prammatica sui contatti avuti da Magrini e dalla sua signora negli ultimi giorni, al fine di assoggettarli alla quarantena obbligatoria, e si dovrà procedere alla sanificazione degli ambienti frequentati.

In un’intervista si era detto ottimista sulla situazione

Nei giorni scorsi, proprio il dg dell’Aifa si era spinto su previsioni ottimistiche in un’intervista a Radio Capital: “C’è una decrescita di nuovi casi. I numeri sono buoni. I modelli e le azioni precoci prese dal Governo, con un certo coraggio, sono state di fondamentale importanza”. Con un’avvertenza: “Bisogna stare a casa altre 2-3 settimane così come siamo oggi”.

Evidentemente a lui non è bastato osservare le prescrizioni, se lo ha fatto.

Per quanto riguarda il vaccino e i farmaci da utilizzare, Magrini non aveva nascosto la lunghezza dei tempi necessari per completare il processo di validazione: “Il processo per la scoperta e la validazione di un farmaco è di almeno un paio d’anni. Attualmente sono in atto più ricerche sul Coronavirus, tra cui alcune in Italia che stanno dando risultati promettenti. Stiamo cercando di ridurre il più possibile i tempi, ma questi farmaci sono molto lontani da arrivare”.