Il Corriere pubblica la lista di proscrizione dei putiniani d’Italia: dalla B di Giorgio Bianchi alla V di Vezzosi

Ruggeri, Vezzosi, Bianchi

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i putiniani d’Italia sono un pericolo: la rete coinvolge i social network, le tv, i giornali e ha come obiettivo principale il condizionamento dell’opinione pubblica. E lo fa potendo contare su parlamentari e manager, lobbisti e giornalisti. L’indagine avviata dal Copasir è entrata nella fase cruciale.
Ecco i nomi tirati fuori da Saracini e Guerzoni, su documentazioni fornite dalle “gole profonde” dell’intelligence italiana.

Alberto Fazolo
Alberto Fazolo

Al primo posto spicca Giorgio Bianchi, definito dai report periodici che gli apparati di sicurezza inviano al governo «noto freelance italiano presente in territorio ucraino con finalità di attivismo politico-propagandistico filorusso». Bianchi gestisce il canale Telegram Giubbe Rosse (@rossobruni), che conta almeno 100 mila appartenenti e ha preso di mira più volte il presidente del Copasir, Adolfo Urso. C’è poi Alberto Fazolo, economista e pubblicista, è un giornalista, ma anche un ex combattente in Donbass.
C’è quindi Manlio Dinucci ha 84 anni, è un geografo e scrittore promotore del comitato «No Guerra No Nato». Le tesi di Dinucci sono state riprese dallo stesso Bianchi, Alessandro Orsini – il docente licenziato dall’Università Luiss dopo il clamore suscitato dalle sue apparizioni televisive – e Maurizio Vezzosi: 32 anni, è un reporter freelance che racconta il conflitto dall’Ucraina in chiave pro-Russia. E ancora il senatore grillino Vito Petrocelli. In prima linea ci sono canali Telegram no vax e pro Russia come @robertonuzzocanale, @G4m3OV3R e @lantidiplomatico.

Putiniani d'Italia
Manlio Dinucci

Il sarcasmo di Laura Ruggeri: “Io tra i putiniani d’Italia? Sono anche l’amante di Putin e Assad”

C’è poi la freelance Laura Ruggeri: vive a Honk Kong e scrive su Strategic Culture Foundation, ritenuta dagli analisti «rivista online ricondotta al servizio di intelligence esterno russo Svr» e che, assieme a Russia Today è artefice di una campagna massiccia contro le sanzioni. La diretta interessata ha commentato su Telegram: «Sono finita anche io nella lista di proscrizione del Corriere della Sera. A questo punto – ha aggiunto con sarcasmo – vorrei aiutare le fantasiose autrici dell’articolo. Non solo sono una famosa agente del Cremlino, nome in codice Nikita, ma anche l’amante di Putin, Lavrov e Assad, anche se ora per motivi geografici frequento più spesso Xi Jing Ping».

Cesare Sacchetti

E ancora Cesare Sacchetti, già collaboratore del Fatto quotidiano, che sul suo canale Telegram conta oltre 60mila iscritti. Viene definito “putiniano di ferro” anche Claudio Giordanengo, dentista ed ex candidato del Carroccio. Per ingrossare l’esercito dei filo-putiniani d’Italia, il Corriere cita movimenti che agiscono attraverso i siti in lingua russa. Su VKontakte (VK) troviamo la Rete dei Patrioti, che posta (in italiano) messaggi contro Salvini. Lo stesso social dove il ministero degli Esteri russo ha minacciato i governanti italiani “immorali”, lasciando intendere la diffusione di materiali imbarazzanti per il governo Draghi e quello Conte. La guerra delle propagande avverse pare solo all’inizio.