Il Covid dai sovranisti passa ai palazzi rossi

Covid sovranisti

Eppure dicevano che il Covid aveva i sovranisti come nemico principale. E giù a sghignazzare.

Trump? Colpito.

Bolsonaro? Colpito.

Boris Johnson? Colpito.

E quindi i progressisti di casa nostra erano pronti a gufare su Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Prima o poi ve tocca. E invece, piano piano, il virus ora ha messo nel mirino rossi e gialli. E’ vero: la palma del recordman ce l’ha sempre Nicola Zingaretti, che col coronavirus prese addirittura appuntamento ai Navigli, a Milano.

Il Covid contro i sovranisti? No, ora vira sui progressisti

Ma poi sembrava una malattia da estremisti di destra. E invece le sorprese. Persino l’ex ministro della salute Beatrice Lorenzin – e mi dispiace anche per lei – e a quanto pare mezzo Parlamento progressista si è impaurito facendo mancare il numero legale alla decisione di prorogare lo stato d’emergenza. Sembra la legge del contrappasso. Andarono per sonare e rimasero sonati.

Lo stesso in Campidoglio, persino lo staff di Virginia Raggi si è dovuto inchinare al tampone della positività e per questo ci priveremo per qualche giorno della sindaca in giro ad inaugurare nature morte.

Ovviamente, non tutto va buttato in caciara. Ma c’è da riflettere su quanto accade in certi palazzi, quelli che giuravano sulla qualità anti Covid delle mascherine, sul prossimo arrivo del vaccino, sui rubinetti sempre aperti per lavarsi le mani a costo di allagare casa e a raccomandare le distanze sociali.

Tutti assaliti dal virus cinese…

Niente, anche loro assaliti dal virus cinese. Nessuna goduria per questo, ma solo un invito a non esagerare nei toni contro chi chiede verità, certezze, dati veri e non proclami ed editti nel nome della scienza. Anche perché è la stessa scienza ad essere divisa riguardo alle soluzioni ai problemi del momento.

Lo manifestano ogni giorno i più disparati e disperati pareri dei virologi, del medici, dei professoroni che ci fanno impazzire ad ascoltarli. Riunitevi, ditecene una buona e definitiva, per favore. Che di questa confusione non se ne po’ più e ci rimettono pure i progressisti che non si ammalavano mai.