Il Covid ha favorito il ritorno degli “orti di guerra”: necessità ma anche voglia di stare all’aperto

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Insomma, tornano gli orti di guerra, come ai tempi del secondo conflitto mondiale. Oltre 4 italiani su 10 (44%) coltivano frutta e verdura in giardini, terrazzi e orti urbani. Forse spinti dalla crisi economica generata dal Covid ma anche dalla voglia di trascorrere più tempo all’aperto dopo le lunghe settimane di lockdown e misure di restrizione contro la pandemia. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè che fotografa una nuova tendenza da parte dei cittadini ad utilizzare ogni spazio verde a disposizione per garantirsi cibo sano da offrire a se stessi e agli altri. La crisi economica provocata dall’emergenza Covid, rileva la Coldiretti, ”fa infatti rivalutare la funzione degli orti di guerra, quando nelle città italiane, europee e degli Stati Uniti si diffondevano le coltivazioni per garantire approvvigionamenti alimentari.

Gli orti di guerra si diffusero in tutto il mondo

Sono famosi i “victory gardens” degli Stati Uniti e del Regno Unito dove nel 1945 venivano coltivati 1,5 milioni di allotments sopperendo al 10% della richiesta di cibo”. ”Ma sono celebri anche gli orti di guerra italiani nati al centro delle grandi città per far sì che, nell’osservanza dell’imperativo del Duce, “non (ci fosse) un lembo di terreno incolto”. Coldiretti ricorda che ”sono negli annali della storia le immagini del foro Romano e di piazza Venezia trasformati in campi di grano e la mietitura svolta in piazza Castello, centro e cuore di Torino in ogni epoca”. ”Ora i tempi sono cambiati ed ai motivi economici si sommano quelli di voler trascorrere più tempo all’aperto a contatto con la natura dopo mesi di chiusura forzata in casa”, spiega Coldiretti.

Giardini e balconi sempre più orti

”Una tendenza che si accompagna anche da un diverso uso del verde privato. Con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione fai da te di lattuga, pomodori, piante aromatiche, peperoncini, zucchine, melanzane, ma anche di piselli, fagioli fave e ceci da raccogliere all’occorrenza”. Accanto a chi esprime la propria passione in orti e giardini ci sono anche molti italiani che non si accontentano e hanno a disposizione almeno un ettaro di terreno a uso familiare. Si tratta, spiega la Coldiretti, ”in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti”.

Anche gli enti locali affittano gli orti urbani

Ma ci sono anche tanti che ”hanno acquistato terreni o piccole aziende agricole anche in aree svantaggiate per ristrutturarle e avviare piccole attività produttive. Dall’olio al vino, dall’allevamento delle galline a quello dei cavalli”. E non manca chi ha approfittato dell’opportunità messa a disposizione dagli enti locali. Che da nord a sud dell’Italia organizzano e affittano veri e propri orti urbani. Orti che ”registrano una crescita del 18,5% in cinque anni superando i 2,1 milioni di metri quadrati”, secondo l’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat al 2019. ”Una possibilità peraltro garantita anche in tempo di pandemia dal via libera del Governo agli spostamenti per chi deve raggiungere l’orto o il proprio terreno, anche fuori comune, in deroga alle misure di restrizione”.

Ecco come agiscono i comuni

Ogni amministrazione, spiega la Coldiretti, ”applica parametri e sistemi diversi per la concessione degli orti pubblici. Ci sono comuni che li danno in uso annuale in cambio di un piccolo canone. Dopo averli recintati e attrezzati con acqua e piccolo riparo per gli attrezzi. Altri che li riservano solo a certe fasce di età. E altri ancora che aprono dei veri e propri bandi per le assegnazioni con quote di canone che cambiano a seconda del reddito e dell’età”. Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, adesso ”la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani. E persino tra persone completamente a digiuno delle tecniche di coltivazione”, osserva l’associazione.

Nasce la figura del tutor degli orti

Un bisogno di conoscenza che ”è stato colmato con il passaparola e con le pubblicazioni specializzate. Ma che ora ha favorito la nascita della nuova figura del tutor dell’orto che la rete degli orti urbani di Campagna Amica mette a disposizione”. ”Una svolta utile anche per garantire le forniture alimentari, in un momento in cui un numero crescente di italiani si trova in difficoltà economica. Ci sono infatti circa 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta. Ben un milione in più rispetto allo scorso anno con il record negativo dall’inizio del secolo”, conclude la Coldiretti.

(Foto: sostenibile.com)